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Il mare non conta. Ciò che conta è che tutti apparteniamo al mare che è tra noi!

Oggi, 14 agosto 2015, una pagina di storia viene scritta con inchiostro indelebile nella capitale cubana. Uno strordinario fatto storico che riguarderà da vicino i protagonisti della vicenda, Cuba e Stati Uniti d'America, ma che avrà sicuramente ripercussioni positive in tutto lo scacchiere politico internazionale. L'isola caraibica sin dal 1959 con l'affermazione della revolucion, ha rappresentato per molti paesi del terzo e quarto mondo un punto di riferimento. Nella sua "anomalia storica" Cuba ha offerto un'alternativa allo strapotere delle grandi potenze e dei due blocchi nei quali si erano consolidate. Questo new deal, questo nuovo corso intrapreso nelle relazioni politiche tra il gigante nordamericano e l'isola caraibica potrebbe rappresentare un cambiamento di rotta, una inversione di tendenza nei fragili equilibri internazionali. Ed in un mondo che sembra affascinato solo dall'odio, questa data costituisceuna autentica boccata di ossigeno!

Relazioni Usa Cuba
                   Bruno Rodriguez e John Kerry. La svolta storica. (foto web)

 

Oggi si inaugurerà l'ambasciata statunitense all'Avana dopo che il 20 di luglio u.s. quella cubana aveva riaperto le porte a Washington. Il segretario di stato John Kerry, accompagnato da una delegazione di 19 membri presenzierà alla cerimonia ufficiale. Dopo 70 anni un segretario di stato americano metterà piede sul suolo cubano ( l'ultimo fu Edward R. Stettinius nel 1945 con Roosvelt presidente) e dopo 54 anni la bandiera a stelle e strisce sventolerà nuovamente nei cieli di Cuba. Fu ammainata nel 1961  dopo la rottura formale delle relazioni diplomatiche tra i due paesi. Una rappresentanza dei marines che quel lontano giorno piegarono il vessillo procederanno all'alza bandiera presso l'edificio che accoglie attualmente la "Sezione di interessi" degli Stati Uniti all'Avana.

La bandiera americana lascia Cuba nel 1961
                   I Marines raccolgono la bandiera americana nel 1961. (foto web)

E' solo l'inizio di un lungo ma irreversibile percorso. L'embargo resiste ancora ma il presidente Obama sta spendendo tutte le sue energie affinchè questa odiosa ed inutile soluzione politica possa essere rimossa. Gli ostacoli principali sono in seno al Congresso nordamericano e nella folta schiera di esuli cubani, molti dei quali non vedono di buon occhio la ripresa delle relazioni diplomatiche. Ci sarà molto da fare...e molto lo dovrà fare il popolo cubano.

Si assisterà ad un altro evento emotivamente forte in questa giornata. Lo scrittore statunitense Richard Blanco, figlio di genitori cubani esiliati e dichiaratosi gay, leggerà una poesia scritta da lui per questa occasione e che "evoca la storia della gente di entrambe le sponde dello Stretto della Florida, separate da 90 miglia di mare, una sorta di muro di Berlino invisibile, ma unite da legami emotivi complessi".

Il poeta fa parte di quella generazione figlia dei primi esuli che lasciarono l'isola all'indomani del trionfo della rivoluzione castrista e la sua opera è imperniata nella trovare risposte alle domande universali circa il valore della famiglia, il senso di appartenenza alla propria terra d'origine e la ricerca della propria identità, di cubano- americano ed omosessuale.

"Sono molto emozionato" ha detto in una recente intervista su BBC Mundo "e no so come farò a trattenere le lacrime leggendo la poesia!"

"Mi generación tiene la responsabilidad de darle la mano a Cuba, entenderlos, ayudarlos a que la prosperidad sea de ellos, que su pueblo sea el dueño".

"Pero ellos también tienen que ayudarnos a los que no nacimos en Cuba a reencontrarnos con nuestra cultura, renovar nuestra 'licencia' de cubanos".

"La mia generazione ha la responsabilità di offrire la mano a Cuba, di capirli, aiutarli affinchè raggiungano una prosperità che sia tutta loro, e che il suo popolo ne sia il padrone. Però anch'essi devono aiutare noi che non nascemmo a Cuba a ritrovare la nostra cultura, a rinnovare la nostra identità di cubani"

Richard Blanco poeta cubano americano
Richard Blanco (foto web)

"Se non c'è dialogo non si muove niente. Parlare non significa concedere. Vedo questo momento storico non come una fase con vincitori o sconfitti. Continuo a pensare alla storia dei miei genitori e questo non posso dimenticarlo. Però devo interpretare questi fatti da una prospettiva attuale e lo percepisco come la dissoluzione dell'embargo emozionale.

                      

"Los que hemos nacido fuera de Cuba, aquí y en cualquier otra parte del mundo, tenemos la oportunidad de sanar emocionalmente. Eso es lo que hace la poesía y el arte, y es lo que yo intento".

"Noi che siamo nati fuori da Cuba, qui (in America) o in un'altra parte del mondo, abbiamo l'opportunità di guarire emozionalmente. Questo è ciò che fa la poesia e l'arte, ed è ciò che io voglio fare".

"El mar no importa, lo que importa es que todos pertenecemos al mar que está entre nosotros".

"Il mare non conta, ciò che conta è che tutti apparteniamo al mare che è tra di noi".

Buena Vida Cuba! Good Luck America!

Ambasciata Usa a Cuba
       L'ambasciata Usa e "La montagna delle bandiere" a sinistra (foto reuter)

 

Tags: embargo,, John Kerry,, Ambasciata Usa,, Richard Blanco,