Turisti per caso. Si può fuggire dal Paradiso?

Cuba ha registrato nel 2015 un afflusso di turisti vicino ai tre milioni di unità con un aumento di circa il 20% rispetto all'anno precedente. La riapertura delle relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti d'America ha sicuramente favorito lo sviluppo di quella che è considerata la maggior risorsa economica della nazione caraibica. Grandi navi da crociera si affacciano nella baia dell'Avana ed anche il turismo interno ha vissuto una potente accelerazione a partire dal 2008 anno i cui le autorità cubane hanno tolto il divieto ai propri cittadini di utilizzare le strutture alberghiere presenti sull'isola. Eppure contemporaneamente la cronaca ci racconta del dramma di migliaia di cubani, 5-7 mila secondo le ultime stime, assiepati in condizioni di profondo disagio in Costa Rica in attesa del lasciapassare per raggiungere gli Stati Uniti. La crisi è iniziata nel novembre di quest'anno e si è acuita quando il presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, ha impedito agli esuli cubani di oltrepassare le proprie fontiere arrivando perfino a schierare l'esercito contro i disperati in fuga. Da allora il presidente del Costa Rica, Luis Gulliermo Solis, si è prodigato per consentire che venisse garantita una ospitalità quanto meno dignitosa ai cittadini cubani stretti in una morsa politica ed economica e strangolati dal peso dei sogni irrealizzati e di quelli abbandonati. La piccola Repubblica centroamericana ha messo a disposizione quasi 40 alberghi per sostenere questi cittadini in fuga. Straordinario è stato anche l'apporto del popolo costaricense e della Croce Rossa locale. Poi la svolta improvvisa. Domenica 27 dicembre, all'Angelus domenicale in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha esortato un intervento umanitario in grado di risolvere definitivamente la spinosa situazione; queste sono state le sue parole: "Il mio pensiero va in questo momento ai numerosi migranti cubani che si trovano in difficoltà in Centroamerica, molti dei quali sono vittime del traffico di esseri umani. Invito i Paesi della Regione a rinnovare con generosità tutti gli sforzi necessari per trovare una tempestiva soluzione a questo dramma umanitario”.

A distanza di sole 24 ore il governo della Repubblica di Costa Rica ha comunicato la conclusione di un accordo per la soluzione di questa crisi umanitaria. Si è così deciso di garantiire una migrazione ordinata, sicura e documentata verso gli Stati Uniti d'America che preveda per gli esuli un trasporto aereo fino a El Salvador e da qui in bus fino in Messico. In questa maniera si è cercato di raggirare lo scandaloso traffico di persone garantendo dignità ai migranti e sicurezza politica ai paesi coinvolti nel progetto. A questi negoziati hanno partecipato oltre a Costa Rica, Panama, El Salvador, Guatemala, Honduras, Messico e l'Organizzazione Mondiale per la migrazione con il solo Nicaragua a fare da opposizione. Probabilmente questi cittadini cubani riusciranno a trascorrere il nuovo anno nella terra tanto sognata. Resta aperta la ferita di un popolo malinconicamente in fuga da se stesso e da una terra bellissima, ricca di storia, arte e cultura. Un isola che incarna allo stesso tempo la realizzazione dei sogni per molti ed il limite imposto agli stessi ed alla libertà individuale per altri.

Una terra in perenne contraddizione, afflitta da una diaspora che non conosce pause.
L'augurio è che l'anno nuovo porti pace e speranza all'amato e disorientato popolo cubano.
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