Cuba celebra il 57° Anniversario del trionfo della Rivoluzione tra concerti e malumori

Oggi, 1° gennaio 2016, Cuba celebra con grandi manifestazioni il 57°Anniversario del trionfo della Rivoluzione. Non tutta Cuba, certo. La storia da sempre disegna sui suoi quaderni i profili dei vincitori e dei vinti. E' accaduto anche per la nostra Italia. Il primo gennaio del 1959 con la fuga improvvisa di Batista e l'entrata vittoriosa prima della colonna guidata da Ernesto Che Guevara a Santa Clara e sette giorni dopo con quella trionfale di Fidel Castro all'Avana, segna uno spartiacque profondo tra vecchie e nuove generazioni, tra rivoluzionari ed oppositori del regime. Le vicende di questi giorni con il racconto di migliaia di cubani in fuga dalla propria terra vittime di risacche politiche e commercianti di vite umane ne sono l'emblema. L'epopea rivoluzionaria non ha condizionato per sempre solo la struttura sociale della più grande delle Antille, creando di fatto una diaspora che non conosce pause, ma ha influenzato intere generazioni, scelte politiche trasversali, movimenti ideologici e di pensiero, lotte armate tragiche e sanguinarie. L'utopia della rivoluzione cubana ha contaminato i sogni di rivalsa dei paesi più poveri strangolati dal super potere delle multinazionali e sempre più isolati ed emarginati nello scacchiere politico internazionale. La Revolucion fu sostenuta da una partecipazione popolare senza precedenti che permise ad una manciata di uomini prima di organizzarsi sulla Sierra Maestra e poi di trasformarsi in un esercito invicibile e demolitore di un sistema politico concentrato sulle ricchezze di pochi, sulla corruzione e i facili affari legati al traffico della droga, la prostituzione ed il gioco d'azzardo. Erano gli anni di Fulgencio Batista posto al vertice della piramide di potere voluta dalle famiglie di mafiosi italo americane dei vari Lucky Luciano, Barletta, degli Anastasia e dei Trafficante e dallo spietato e pragmatico Meyer Lansky, un personaggio oscuro di origini polacche, il vero sovrano dell'impero che trasformò l'isola in una specie di colonia statunitense detentrice delle principali risorse economiche. In molti ancora oggi rimpiangono quegli anni in cui l'Avana risplendeva di una sua bellezza unica ed originale. Affacciata sul golfo del Messico luccicava di ricchezze, magnifici edifici, svaghi e bellissime donne. La mondaneità ne faceva una delle capitali più influenti dell'America latina e del mondo. Ma Cuba non era e non è l'Avana. Al di fuori della opulenta capitale la miseria dilagava e le popolazioni venivano sfruttate nel lavoro e imprigionate nell'ignoranza e nell'arretratezza.

Questo profondo disagio divenne l'humus per i rivoluzionari che conquista dopo conquista spazzarono via un esercito ben armato ma probabilmente poco motivato e preparato. In seguito, le prime decisioni prese dal governo rivoluzionario come la nazionalizzazione dei principali centri economici degli USA e la eliminazione dei latifondi, coincisero con una crescente ascesa degli interessi sovietici sull'isola finendo con l'indurre la presidenza Kennedy a sostenere una controinvasione dell'isola che si concluse in modo fallimentare nel 1961 con i fatti della Baia dei Porci. Si passò poi alla crisi dei missili che certificarono la presenza dei russi sull'isola caraibica ed alla tristemente nota storia dell'imposizione del duro embargo economico e politico da parte degli Stati Uniti d'America alla piccola isola caraibica. Vicenda questa arrivata fino ai giorni d'oggi per poi vedere dischiudersi una improvvisa finestra sulla speranza con la riapertura delle relazioni diplomatiche tra i due paesi sancita poco più di un anno fa, il 17 dicembre 2014.

Da allora si sono compiuti notevoli passi in avanti come già ho raccontato in altre pagine di questo blog. Molto deve essere ancora fatto e la visita di Papa Francesco nel settembre scorso ha offerto un'altro importante impulso al cambiamento in atto. Le pagine dei media cubani esaltano le conquiste rivoluzionarie tra cui cito a) l'eliminazione della povertà estrema e della fame; b) il diffondere di un insegnamento di base e la sconfitta dell'analfabetismo; c) la promozione dell'uguaglianza sociale e la valutazione del ruolo della donna; d) la riduzione della mortalità infantile che si è stabilizzata a livello dei paesi del "primo mondo". Di pari passo crescono gli avversari del regime che denunciano la presenza di carceri piene di oppositori e di quelli che come già raccontato tentano di fuggire all'estero. C'è poi la realtà delle Damas de Blanco che con la loro lider Berta Soler accusano la detenzione di dissidenti politici e della blogger Yoani Sanchez che è conosciuta in tutto il mondo per il suo anti castrismo e per l'impegno a difesa dei diritti umani. Cuba è al centro del mondo, volente o nolente, e non solo per le sue bellezze paesaggistiche, le ricchezze culturali, la musica e la sua sensualità tropicana. Crocevia di sogni perduti e inseguiti ci richiama costantemente ai valori della vita, all'idea di libertà, al concetto di benessere e felicità. Con "Mambo Tango" ho voluto raccontare la mia visione, intima, distaccata da pregiudizi e giudizi. La Cuba che si vive e ascolta solo con i battiti del cuore, sempre originali e mai banali.

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