Obama cancella la politica del "pies secos - pies mojados". Tocca ora a Trump gestire una patata bollente
15 gennaio 2017
(Los Balseros, Alberto Godoy, Cuba 2002)
Giovedi 12 gennaio 2017, Washington
Il Segretario della Sicurezza Nazionale Jen Johnson ha annunciato un pò a sorpresa drastici cambi nella politica del Dipartimento di Sicurezza Nazionale (DHS) che riguardano i cittadini cubani in linea con la ripresa delle relazioni diplomatiche tra Cuba e gli Stati Uniti d'America. In un'ottica di normalizzazione dei rapporti anche le relazioni migratorie tra i due paesi verranno infatti modificate per garantire a chi ne farà richiesta un accesso regolare, sicuro e ordinato. Allo stesso tempo il Governo di Cuba si impegna a semplificare il rimpatrio di cittadini cubani eventualmente espulsi dagli USA.
Il DHS rescinde quindi una politica migratoria fino ad oggi riservata solo ai cittadini cubani che prevedeva l'ammissione condizionale sul territorio statunitense per i cubani che avessero raggiunto in qualsiasi maniera gli Stati Uniti, politica comunemente conosciuta come quella del “wet-foot/dry-foot” "piedi bagnati, piedi asciutti" (pies mojados/pies secos). Contestualmente viene cancellata anche una politica simile riservata ai medici cubani conosciuta come il “Programa de Admisión Condicional para Profesionales Médicos Cubanos” (Cuban Medical Professional Parole Program). Con questa svolta il DHS considererà allo stesso modo le richieste d'ingresso nel territorio statunitense formalizzate da qualsiasi cittadino straniero senza distinzioni o privilegi. In fine viene reintrodotto anche l'uso del procedimento di espulsione immediata per i cittadini cubani che tentano di entrare illegalmente dalla frontiera. Verrà invece mantenuto valido e operativo il "Programa de Admisión Condicional para Reunificación de Familias Cubanas" (Cuban Family Reunification Parole Program) che permette di velocizzare le riunificazioni familiari attraverso canali sicuri, legali e regolamentato.

Per molti anni il DHS e il vecchio Servizio di Immigrazione e Naturalizzazione (INS) ha utilizzato politiche speciali nei confronti dei cittadini cubani dovute essenzialmente alla mancanza di relazioni diplomatiche tra Cuba e Usa e alla non volontà del Governo cubano di accettare il rimpatrio dei propri cittadini. Con la storica riapertura delle relazioni avvenuta nel dicembre del 2014 per volontà dei Presidenti Obama e Raul Castro, i due paesi si sono impegnati a studiare soluzioni per migliorare la sicurezza, costruire relazioni tra i popoli facilitando viaggi, commercio, la libertà di informazione e per promuovere la prosperità economica di entrambi i paesi.
Il DHS ha registrato recentemente un aumento significativo dei tentativi dei cubani di entrare illegalmente negli USA proprio per l'idea diffusa che la politica migratoria esistente venisse prima o poi eliminata. Molti cubani hanno intrapreso negli ultimi mesi viaggi disperati e pericolosi per raggiungere gli Stati Uniti attraverso i paesi confinanti del Centro America e del Messico o via mare attraversando lo stretto della Florida. Viaggi che hanno causato un alto numero di vittime. La decisione è stata presa dopo mesi di negoziati tra i due Paesi "vecchi nemi" che includono l'impegno da parte del Governo Cubano di riaccogliere i propri cittadini espulsi dagli Usa. Si tratta probabilmente dell'ultimo cambio importante dell'amministrazione Obama giunta ormai alla fine del proprio mandato politico.
Ma cos'è questa politica dei "pies secos - pies mojados" che la Casa Bianca ha cancellato con effetto immediato giovedì 12 gennaio 2017?
La política fu introdotta nel 1995 sotto l'amministrazione Clinton pochi mesi dopo il massiccio esodo di balseros cubani iniziato nell'estate del 1994 e conosciuto in tutto il mondo come "Crisi dei balseros" (circa 600 mila cittadini cubani lasciarono l'isola). Questa consentiva a coloro che toccavano terra negli Usa (pies secos) di essere accolti legalmente mentre al contrario quelli intercettati via mare (pies mojados) venivano rispediti a Cuba. Venivano considerati pies secos non solo quelli che arrivavano via mare ma anche quelli che arrivavano con aerei o a piedi dalle frontiere di Messico e Canada. La rinuncia a questa politica è stata per molto tempo pretesa da Cuba come fattore determinante per rendere possibile la riapertura delle relazioni diplomatiche, cosa poi avvenuta come già detto nel dicembre del 2014.
Questa politica veniva a sua volta ad implementare la cosiddetta "Ley de Ajuste Cubano" risalente al 1966, in piena guerra fredda quindi, che consentiva al Segretario di Giustiza USA di riconoscere a qualsiasi cittadino cubano arrivato legalmente o illegalmente sul territorio statunitense la residenza permanente dopo un anno dal suo arrivo sul territorio nordamericano ed altri benefici speciali tra cui la possibilità di ottenere lavoro, sostegni economici, sociali e vantaggi nel campo dell'assistenza sanitaria. Si voleva in questo modo favorire l'esodo dei cubani per screditare il governo rivoluzionario di Fidel Castro indebolendolo dal suo interno per dimostrare al mondo l'incapacità dei barbudos di gestire democraticamente l'Isola appena strappata a Batista. Oggi, dopo la decisione presa dal Governo Obama, i cittadini cubani non godranno più di tali benefici ma dovranno rispondere agli stessi requisiti richiesti a qualsiasi altro immigrante che arriva negli Stati Uniti. Nell'ultimo periodo molti presidenti dei vicini Paesi centroamericani, tra cui Costa Rica, Panama e Colombia, Messico, Guatemale, Perù, El Salvador, Ecuador e Nicaragua avevano insistito per giungere all'eliminazione del "pies secos, pies mojados" perchè si erano trovati a fronteggiare una consistente ondata migratoria di cittadini cubani che a dir loro stava mettendo a repentaglio la sicurezza interna dei loro paesi.
Si è arrivati a questa decisione a soli pochi giorni dalla fine del mandato presidenziale di Barak Obama che avverrà il giorno 20 gennaio. Tocca ora a Donald Trump, che a più riprese ha minacciato di azzerare tutte le aperture concesse al governo di Raul Castro, gestire questa delicata situazione. Nel frattempo molti cubani che già si trovavano a pochi chilometri dalla frontiera nordamericana verranno rispediti al mittente mentre i vicini paesi centro americani hanno iniziato da subito un vero e proprio rimpatrio forzato. La grande scommessa del governo cubano sarà ora quella di riaccogliere i propri figli dispersi e disperati e di garantire loro un futuro dignitoso e di speranza che non li costringa mai più a cercare nella fuga disperata l'unica alternativa al disagio ed alla mancanza di una prospettiva migliore.
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