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Obama vs Trump. Il pericoloso gioco del cerino

22 gennaio 2017

 

Cambio nella politica migratoria tra Usa e Cuba. Cessazione dei benefici oer i cittadini cubani.
(foto web)

Non si sono fatti attendere gli effetti dell'inaspettata decisione presa dal presidente Obama che nei giorni scorsi ha stabilito la cancellazione immediata della politica migratoria con Cuba conosciuta come quella dei "pies secos – pies mojados". Decisione che ha destato sorpresa sopratutto poichè è arrivata a poche ore dalla conclusione del suo mandato presidenziale e che da molti è stata interpretata come un autentico colpo basso inferto al rivale e neoeletto presidente Donald Trump che, una volta terminati i festeggiamenti per il suo insediamento, avrà subito una bella gatta da pelare.

In effetti ci sono tutti i presupposti per considerare valida la tesi del tiro mancino. Bisogna considerare infatti come gli esuli cubani residenti in Florida si siano dimostrati subito ostili nei confronti dela riapertura delle relazioni diplomatiche volute circa due anni fa dai presidenti Obama e Raul Castro recependola come una sorta di tradimento nei loro confronti ed un inopportuno riconoscimento politico all'odiato regime castrista. I voti della numerosa comunità cubana, che spesso si sono dimostrati decisivi nelle elezioni statunitensi, sono stati quasi tutti a sostegno della candidatura di Trump bocciando così l'erede designata di Barak, la candidata democratica, la signora Clinton.

Che Obama abbia voluto consumare in questo modo una personale vendetta impedendo di fatto il facile accesso dei cubani sul suolo nordamericano? Può essere. Così come può essere credibile la circostanza secondo la quale Obama avrebbe malevolmente passato un cerino acceso nelle mani di Trump costringendolo a prendere subito delle complicate decisioni. D'altro canto se Trump autorizzerà delle concessioni ai cubani che in queste ore rischiano di essere rimpatriati dalle frontiere di Messico e Panama sicuramente finirà con il guadagnarsi il loro apprezzamento eterno, ma dovrà poi essere capace di spiegare questa scelta ai propri elettori molti dei quali hanno avvallato la sua volontà espressa in campagna elettorale di chiudere le frontiere e di innalzare muri a difesa della sicurezza nazionale.              

Un bel grattacapo per il biondo miliardario.

Da una lettura politica della vicenda la decisione di Obama risulta corretta e lungimirante se associata al nuovo percorso intrapreso dagli Stai Uniti con Cuba. Come già detto la politica dei "piedi secchi - piedi bagnati" introdotta nel 1995 andava ad implementare quella già esistente e nota come "Adjuste Cubano", aggiustamento cubano, voluta nel 1966 dall'amministrazione Lyndon Johnson a pochi anni dall'ingresso dei barbudos all'Avana. Una politica migratoria speciale destinata ai soli cittadini cubani e che mirava, al di la degli aspetti umanitari intrinsechi, a screditare e a indebolire il regime di Castro, volendo dimostrare al mondo che i cubani preferivano fuggire all'estero piuttosto che cadere vittime della trappola rivoluzionaria. Si è facilitato in questo modo un flusso migratorio disordinato e pericoloso che ha trovato il suo apice di drammaticità con la crisi dei balseros e che ha causato seppur indirettamente migliaia di vittime ingoiate dalle onde dello stretto della Florida. In una ottica di normalizzazione dei rapporti fra Usa e Cuba, deve invece considerarsi politicamente corretta la volontà di considerare i cubani alla stregua di tutti gli altri cittadini del mondo, quindi senza privilegi e senza i benefici derivanti dall'applicazione di leggi speciali. E' cosa certa che molti cubani, residenti e non sull'isola caraibica, si siano dimostrati favorevoli al cambio di politica voluto da Obama come traspare da numerosi socials.

In queste ore si vive purtroppo il dramma di molti profughi bloccati a un metro dal traguardo. Famiglie che sognavano di riunirsi e che hanno visto svanire improvvisamente i loro sogni. Centinaia di loro sono in procinto di essere rimpatriati mentre altri sono già stati respinti dal Messico. Le popolazioni locali in alcuni casi si stanno adoperando per portare aiuti e cibo a chi si trova sospeso nella terra di nessuno. Contemporaneamente i vescovi cattolici cubani spingono per una soluzione umanitaria del problema che tenga almeno conto di quei cubani che si trovano già in cammino, lontani da Cuba e bloccati alle frontiere da giorni in condizioni disperate.

Sotto il sole caraibico si avverte ancora il gelo della "guerra fredda".

Cosa farà ora Trump?

Il miliardario a stelle e strisce, che è stato democratico, indipendentista e ora repubblicano, odia i comunisti ma consuma relazioni amorose con la Russia di Putin e con l'arrembante Cina di Xi Jiping, dialoga con i potenti della terra ma è riuscito a farsi intendere molto bene dalle classi medie e dai più poveri, almeno in America, accrescendo la speranza e la fiducia in futuro migliore.

Riuscirà questo stravagante personaggio a mettere tutti d'accordo? Vedremo.

Magari fra qualche anno racconteremo del più grande Presidente che gli Stati Uniti d'America abbiano mai avuto ...

 

 

Tags: Obama,, relazioni diplomatiche,, Raul Castro,, Donald Trump,, balseros,, pies secos pies mojados,