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La dura reazione di Cuba all'intervento di Trump. Il dialogo però continua.

23 giugno 2017

Relazioni Cuba Usa in crisi dopo le dichiarazioni di Trump
(foto web)

Come era facile attendersi, immediata è arrivata la reazione di Cuba alla dura presa di posizione del presidente Usa Donald Trump e alla sua decisione di annullare in parte gli accordi sanciti solo qualche mese fa dal suo predecessore Barak Obama e dal presidente cubano Raul Castro. La replica è stata affidata al Ministro degli Esteri di Cuba Bruno Rodriguez che durante la visita ufficiale a Vienna in Austria ha rilasciato agli organi di stampa una dichiarazione fortemente polemica che lascia però trapelare la volontà del governo cubano di continuare il percorso intrapreso per migliorare le relazioni con il vicino gigante statunitense. Il capo della diplomazia cubana ha introdotto la conferenza stampa definendo l'intervento di Trump  "uno spettacolo grottesco" che ha richiamato alla memoria il triste linguaggio della guerra fredda. Rodriguez a messo in risalto come il presidente degli Stati Uniti abbia scelto non a caso per la sua performance un Teatro di Miami che porta il nome di Manuel Artime il capo civile della Brigada 2506 che orchestrò il fallito tentativo di invasione dei mercenari a Playa Giron (Baia dei Porci) nell'aprile del 1961 e come per l'occasione non abbia mancato di farsi circondare da terroristi e da noti sostenitori batistiani. Uno di questi fra l'altro è reo confesso di una serie di attentati compiuti a Cuba ai danni sei turisti nei primi anni '90 mentre tra gli altri presenti alcuni sono in stretto legame con il terrorista Luis Posada Carrilles. Inoltre Rodriguez ha voluto ricordare che il padre del violinista (fucilato dalla polizia rivoluzionaria cubana) invitato a suonare l'inno nazionale statunitense ed elogiato da Trump come simbolo e vittima della tirannia castrista, altro non era che il capo della polizia di Santiago che aveva a sua volta  fatto uccidere molti giovani rivoluzionari cubani tra cui l'indimenticabile Frank Pais Garcia.

Bruno Rodrigues Ministro delle relazioni estere di Cuba
(Bruno Rodriguez - foto web)

Dopo questa ricca premessa tenterò di riassumere alcuni passaggi importanti del suo intervento:

A) Gli Stati Uniti, ha detto Rodriguez, non possono dare a nessuno lezione di democrazia ed in tema di diritti umani. Ne è testimonianza il bloqueo che dura da più di 50 anni e che l'amministrazione Trump ha deciso di voler inasprire. A tal proposito il cancelliere cubano ha sottolineato come da recenti indagini nord americane è emerso che il 73% dei cittadini statunitensi e più del 60% dei cubani residenti in territorio Usa sia favorevole all'eliminazione dell'embargo e che persino più della metà dei sostenitori repubblicani appoggerebbe una soluzione politica che vada in questa direzione.

Bruno Rodriguez ha definito il bloqueo ingiusto, disumano, genocida e violante del Diritto Internazionale alla sovranità e all'autodeterminazione di altri paesi aggiungendo che denuncerà in tutte le sedi internazionali e all'Assemblea delle Nazioni Unite il disegno di Trump di inasprire l'embargo economico, finanziario e commerciale nei confronti di Cuba.

Il cancelliere ha ricordato come Obama avesse riconosciuto la sovranità e l'indipendenza del popolo cubano legittimandone il governo quale interlocutore con pari dignità in un processo di normalizzazione dei rapporti che avrebbe portato benefici considerevoli ad entrami i paesi ex nemici e come l'ex presidente statunitense avesse a più riprese evidenziato che il bloqueo fosse stato un pesante e controproducente errore politico e commerciale.

B) Altro tema trattato è che la nuova policy verso Cuba voluta dal presidente Trump segna un pesante passo indietro nelle relazioni bilaterali tra i due paesi e comunque  “i cambi che saranno necessari a Cuba li decideranno unicamente il popolo cubano senza chiedere perdono o permesso a nessuno”.

C) Bruno Rodriguez non ha perso l'occasione di denunciare la violazione sistematica dei diritti umani negli Stati Uniti d'America, gli assassini, la brutalità e gli abusi della polizia in particolare contro gli afroamericani e le carenze nel servizio sanitario nazionale che limita il diritto alla salute, e poi ancora le disuguaglianze salariali e sociali di cui sono vittime le donne, la mancanza dei sindacati, la repressione contro gli immigrati e rifugiati politici, la disgregazione del tessuto familiare, l'emarginazione delle minoranze etniche e la discriminazione nei confronti della cultura e della religione islamica .                                                                                                                     D) Altra nota polemica: La decisione di proibire ai cittadini americani di viaggiare come turisti limita le libertà civili dei suoi stessi cittadini.

E) Il Ministro cubano ha denunciato poi i frequenti crimini di guerra e l'uccisione di civili nelle aggressioni e negli interventi militari statunitensi e la brutale detenzione senza processi e l'uso sistematico della tortura perpretati nella base navale di Guantanamo, enclave nordamericano in territorio cubano.

F)    F) Altro punto nevralgico: Cuba non negozierà mai sotto la minaccia e non consegnerà i fuggitivi nordamericani che hanno ottenuto asilo a Cuba come nel caso di Joanne Chesimard ex Pantera Nera condannata per l'omicidio di un poliziotto avvenuto nel New Jersey nel 1973 durante una manifestazione perchè gli Stati Uniti non hanno "spessore politico, morale e legale per chiederne la restituzione".

G)   G) Ed infine la dichiarizione del Ministro che lascia aperta la porta alla speranza: Cuba è disposta al dialogo con gli USA però senza imposizioni e su una base di assoluta uguaglianza, sovranità e rispetto. Esistono margini per la convivenza civile nel rispetto delle profonde divergenze esistenti tra i due governi e " il popolo cubano ha sufficiente pazienza e resistenza per aspettare che Trump tolga l'embargo e normalizzi le relazioni con Cuba".

C'è parecchia carne al fuoco insomma. Le dichiarazioni di entrambe le amministrazioni servono per mostrare i muscoli ed evidenziano antiche ruggini e rancori difficili da cancellare in breve tempo. Il cammino intrapreso però è quello giusto. I paesi in un modo o nell'altro sono tornati a dialogare. C'è molta curiosità reciproca tra i popoli unita ad un desiderio di distensione e riappacificazione dopo più di mezzo secolo e la partita andrebbe giocata su di un territorio che evidenzi maggiormente la storia, la cultura e l'arte che accomunano i due paesi. Valori che dovrebbero aiutare a spazzare via ogni vecchio dissapore. Questo vuole la gente comune, la politica poi è altra cosa ...

Tags: relazioni diplomatiche,, Raul Castro,, Ambasciata Usa a Cuba,, Barak Obama,, ambasciata Cuba in Usa,, Bruno Rodriguez,, Donald Trump,