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La Pizza Napoletana Patrimonio Immateriale dell'Umanità!

8 dicembre 2017

L'arte dei pizzaiuoli napoletani  è stata riconosciuta patrimonio immateriale dell'Umanità dall'Unesco
(foto web)

La notizia tanto attesa!

Una grande vittoria per Napoli e per l'Italia intera!

Dopo otto anni di "negoziati" ed oltre 2 milioni di firme raccolte in tutto il mondo, l'Unesco nel corso del 12° Comitato per la Salvaguardia dei Patrimoni Culturali tenutosi nell'Isola di Jeju in Corea del Sud ha dichiarato la pizza e l'arte dei pizzaioli napoletani Patrimonio Immateriale dell'Umanità.

Così si legge nella motivazione finale:

"Il know-how culinario legato alla produzione della pizza, che comprende gesti, canzoni, espressioni visuali, gergo locale, capacità di maneggiare l'impasto della pizza, esibirsi e condividere è un indiscutibile patrimonio culturale.

I pizzaiuoli e i loro ospiti si impegnano in un rito sociale, il cui bancone e il forno fungono da "palcoscenico" durante il processo di produzione della pizza. Ciò si verifica in un'atmosfera conviviale che comporta scambi costanti con gli ospiti. Partendo dai quartieri poveri di Napoli, la tradizione culinaria si è profondamente radicata nella vita quotidiana della comunità. Per molti giovani praticanti, diventare Pizzaiuolo rappresenta anche un modo per evitare la marginalità sociale".

Un euforico ex ministro dell'agricoltura e dell'ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, promotore della World Petition #pizzaUnesco che ha sostenuto in questi anni la candidatura italiana fino a giungere a questo grande successo ha detto: «Il riconoscimento dell'Arte del pizzaiuolo napoletano nella prestigiosa Lista del Patrimonio immateriale dell'Unesco è la riaffermazione di una tradizione storica che per il nostro Paese rappresenta, da secoli, un vero elemento d'unione culturale. L'Arte del pizzaiuolo napoletano è un patrimonio di conoscenze artigianali uniche tramandato di padre in figlio, elemento identitario della cultura e del popolo partenopeo che ancora oggi opera in stretta continuità con la tradizione».

la pizza napoletana patrimonio dell'Umanità Unesco
(foto web)
Ma come è nata la pizza napoletana?

Già nell'antichità prima gli egiziani, poi i greci ed infine i romani consumavano abitualmente un tipo di focaccia ottenuta cuocendo in forno un impasto di acqua e farina  molto simile alla base della pizza che oggi conosciamo, ma fu solo verso la metà del 1700 che nel Regno di Napoli nacque la vera pizza napoletana. Un tale Vincenzo Corrado scrisse un interessante trattato sui costumi alimentari della città di Napoli, in cui raccontò come fosse abitudine del popolo napoletano condire la pizza ed i maccheroni con il pomodoro. L'utilizzo originale di questi prodotti e il suo meticoloso racconto contribuirono al diffondersi della fama gastronomica della città di Napoli ed attribuirono al Corrado stesso un ruolo di primaria importanza nella storia della gastronomia campana e non solo. Siamo circa nel 1730 e a questa data si fa risalire storicamente la nascita della Pizza Napoletana che era in sostanza l'evoluzione dell'antica focaccia condita con pomodoro, origano, aglio e olio di oliva, quella che oggi conosciamo comunemente come Pizza Marinara. Le prime pizzerie comparvero a Napoli già nel corso del XIX secolo ma fino alla metà del XX secolo furono considerate un fenomeno ristretto alla sola città campana. A partire poi dalla seconda metà del Novecento le pizzerie si diffusero ovunque e da allora la parola pizza è diventata probabilmente la parola italiana più conosciuta al mondo.

Facciamo un passo in dietro per raccontare come secondo la tradizione Il successo mondiale della pizza sia da ricondurre alla visita a Napoli dei Reali della casa Savoia avvenuta nel giugno del 1889, quando Umberto I° e la consorte Margherita incuriositi dal forte richiamo che la pizza stava ottenendo anche al di fuori dei confini campani, chiamarono a corte Raffaele Esposito, in quel tempo considerato il pizzaiolo più famoso di tutta Napoli che per l'occasione preparò tre versioni di pizza, la prima quella marinara, la seconda detta Mastunicola a base di strutto, formaggio bianco e basilico e la terza che venne condita con pomodoro, mozzarella e basilico che richiamavano volutamente i colori del tricolore e che da quel momento fu battezzata Pizza Margherita in onore di Sua Maestà la Regina. Secondo altre versioni la Pizza Margherita nacque molto prima, verso la fine del 1700 e doveva il suo nome al fatto che la mozzarella venisse tagliata a spicchi e disposta al centro dell'impasto a formare appunto il disegno di un fiore.

Leggenda, tradizione o storia la pizza è diventata simbolo indiscusso dell'italianità nel mondo e l'importante riconoscimento assegnato in Corea del Sud ai pizzaioli napoletani ha salvaguardato questo straordinario prodotto da maldestri tentativi di appropriarsi della sua originalità.

Chiudo citando alcuni versi della canzone "A Pizza" di Nisa, Testa e Martelli, presentata nel 1966 e che la dice lunga sul significato partenopeo della pizza …

Io te 'ncuntraje: (ti incontrai)

na vocca rossa comm'a na cerasa, (una bocca rossa come una ciliegia)

na pelle prufumata 'e fronne 'e rose....

io te 'ncuntraje...

Volevo offrirti,

pagandolo anche a rate...

nu brillante

'e quínnece carate... (15 carati)

Ma tu vulive 'a pizza, (volevi)

'a pizza, 'a pizza...

cu 'a pummarola 'ncoppa,

cu 'a pummarola 'ncoppa,

Ma tu vulive 'a pizza,

'a pizza, 'a pizza,

cu 'a pummarola 'ncoppa...

'a pizza e niente cchiù!...

beh, non ci resta che mangiarla, buon appetito!

La Pizza Napoletana Patrimonio Immateriale dell'Umanità Unesco
(foto web)

Tags: cucina cubana,, cucina italiana,, pizza,