Juragua. La fine del sogno o dell'incubo nucleare cubano
20 febbraio 2018
La storia inizia nel 1972 quando i due grandi alleati politici dell'epoca, Cuba e Unione Sovietica, decisero di inseguire il sogno nucleare caraibico costruendo 4 reattori nell'Isola, due a Juragua che si trova a pochi chilometri da Cienfuegos, uno a Holguin e uno a Puerto Esperanza, nella provincia occidentale di Pinar del Rio.


Il progetto di Juragua era senza dubbio il più ambizioso poiché uno solo dei sue reattori sarebbe stato in grado di generare ben 440 megawatt sufficienti per coprire quasi il 20 per cento del fabbisogno energetico nazionale.

Il reattore era stato progettato su modello VVER e fu il primo ad essere esportato da Mosca per essere utilizzato in un clima tropicale. La responsabilità della costruzione della centrale nucleare fu affidata alla Commissione per l'energia atomica di Cuba presieduta da Fidel Castro Díaz-Balart, “Fidelito”, il figlio di Fidel Castro, in veste di segretario esecutivo.

La costruzione a Juragua del primo reattore iniziò il 10 gennaio del 1983 mentre due anni più tardi toccò al secondo reattore. I lavori proseguirono senza contraccolpi fino al 1991 anno che verrà storicamente ricordato per la dissoluzione dell'Unione Sovietica. La fine del grande alleato di Cuba interruppe l'imponente flusso finanziario diretto verso l'isola e portò al rientro anticipato verso la loro madrepatria di diverse centinaia di tecnici specializzati e di ingegnieri nucleari ex sovietici. L’intero progetto che vide all'opera nel suo momento migliore più di diecimila operai cubani fu sospeso nel settembre del 1992 quando già il 40 per cento delle macchine pesanti era stato installato e definitivamente abbandonato nel 2000. Il fallimento dell'ambizioso progetto nucleare venne vissuto con grande frustrazione dalla giovane Repubblica rivoluzionaria. In seguito però alla fine della Guerra Fredda l'abbandono del sogno nucleare si dimostrò essere stata una scelta provvidenziale poichè, da studi effettuati dall'Università Internazionale della Florida, emerse come tutta la struttura presentasse evidenti carenze sia da un punto di vista progettuale che per ciò che riguardava l'utilizzo di materiali ritenuti scadenti e non adatti all'opera. Si ritenne infatti che un probabile incidente avrebbe esposto a gravissimi rischi di contaminazione radioattiva non solo l'Isola ma anche la vicina Florida e tutti gli Stati dell'area caraibica e dell'America Centrale. Inoltre, anche fosse stato scongiurato il rischio di catastrofici incidenti, Cuba non sarebbe stata in grado di provvedere allo stoccaggio delle scorie nucleari.

Oggi, a soli 230 km dalla capitale L'Avana e acirca 400 km dalla punta meridionale della Florida, ciò che resta è soltanto il ricordo sbiadito e consumato di quello che sarebbe stato il più grande reattore nucleare cubano-sovietico, tragico simbolo della corsa agli armamenti che in piena Guerra Fredda rischiò di trascinare l'umanità nell'incubo della terza guerra mondiale. Alla vigilia del Natale del 2015, il governo cubano ha deciso di convertire la Centrale in un Deposito Nazionale di rifiuti tossici.

Tags: Fidel Castro,, guerra fredda,, storia di Cuba,, Fidelito,, Fidel Castro Diaz Balart,, energia nucleare,