Storica visita dei reali di Spagna. Tra celebrazioni e polemiche si riscrive la storia
13 novembre 2019

In questi giorni Cuba è teatro della storica visita dei reali di Spagna che tornano sull'isola caraibica dopo più di un secolo dalla sconfitta della corona spagnola da parte degli indipendisti cubani. Il legame tra Spagna e Cuba in realtà non si è mai sciolto e l'amicizia tra i popoli non è mai venuta a meno.
Cristoforo Colombo toccò per la prima volta il suolo cubano il 27 ottobre del 1492 e definì quella terra come “la cosa più bella che occhi umani avessero mai visto”. Pochi anni dopo, esattamente nel 1511, Diego Velazquez de Cuellar diede vita a Baracoa al primo insediamento spagnolo nell'isola. Da allora fino al 1898 la Spagna governò l'isola imponendo le proprie leggi con forza e prepotenza. I nativi vennero sterminati in poco più di un secolo di storia tra violenze, epidemie e genocidi e sostituiti come manodopera da decine di migliaia di schiavi che i conquistadores spagnoli introdussero a Cuba dalle remote regioni africane, in prevalenza dall'odierna Nigeria. E' proprio alla presenza di questa moltitudine di africani che si deve l'introduzione della religione animista Yoruba che successivamente sincretizzandosi con quella cristiana cattolica ha dato origine alla Santeria. La posizione strategica dell'isola di Cuba convinse molti avventurieri, commercianti e sopratutto la ricca borghesia spagnola ad attraversare l'Oceano e a fare di questa terra il centro nevralgico delle proprie attività. L'Avana si trasformò ben presto da un semplice villaggio ad una delle città più belle del Nuovo Continente e del mondo intero con un fiorire di mercati, palazzi, strade e chiese che ancora oggi affascinano chiunque ha la fortuna di visitarli.
La guerra di indipendenza cubana iniziata verso la metà del 1800 ebbe però un finale non atteso. Nel 1898 la grande potenza militare e politica spagnola era stata ormai sconfitta da un manipolo di soldati, contadini e intellettuali (Josè Marti è considerato il padre della Patria) quando con un colpo ad effetto intervennero i vicini Stati Uniti d'America: il pretesto fu l'affondamento il 15 febbraio del 1898 dell'incrociatore militare USS Maine che si trovava nella baia dell'Avana. Gli Stati Uniti accusarono la Spagna del disastro (mai provato, forse si trattò di un incidente interno, qualcuno pensa appositamente voluto …) e le dichiararono guerra nell'aprile dello stesso anno nonostante la Spagna negasse ogni coinvolgimento in quei tragici fatti e chiedendo inutilmente l'istituzione di una commisssione mista per esaminare le cause dell'incidente in cui morirono circa 200 marinai statunitensi. La guerra durò solo 4 mesi e alla fine della della stessa la Spagna non solo abbandonò Cuba ma concesse a agli Stati Uniti a titolo di risarcimento le isole di Guam, Porto Rico e le Filippine. Da quel momento gli Stati Uniti occuparono Cuba sia militarmente che politicamente. Sotto la spinta di forze interne contrarie all'occupazione e alla strenua opposizione degli indipendentisti cubani gli yankee abbandonarono l'isola nel 1902 anno in cui fu riconosciuta l'indipendenza di Cuba ma con l'emendamente Platt conservarono una sorta di protettorato sull'isola che contemplò anche la concessione di due basi navali, una ubicata nell'Isola dei Pini l'attuale Isla de la Joventud che venne poi restituita a Cuba nel 1925 e l'altra a Guantanamo nell'estremo oriente dell'isola.
La Spagna nonostante le vicende storiche contradistinte da secoli di violenza è da molti considerata ancora oggi la Madre Patria e numerosi sono gli spagnoli che scelsero Cuba come proprio destino e che qui vi si trasferirono in massa sopratutto durante la guerra civile spagnola che insanguinò la nazione tra il 1936 e il 1939. I rapporti tra le due nazioni non si sono di fatto mai interotti e la visita dei reali sancisce un legame storico, culturale, politico ed economico mai dissolto.
Il 12 novembre il presidente cubano Diaz Canel insieme alla sua consorte hanno ricevuto i reali di Spagna Filippo VI e Letizia Ortiz Rocasolano al Palacio de la Revolucion ed in questa occasione sono stati firmati importanti accordi di cooperazione che riguardano tutti i settori dell'economia con ampio risalto agli scambi culturali. I reali hanno poi visitato la Plaza de la Revollucion offrendo fiori al memoriale Josè Marti.

Poi è stata la volta della visita nel centro coloniale dell'Avana tra una folla di turisti e curiosi. Felipe VI ha indossato per l'occasione una comoda e fresca guayabera, la tipica camicia cubana. Un bel omaggio a la terra che lo sta ospitando. In serata poi i monarchi di Spagna hanno assistito ad un gran galà culturale organizzato in loro onore al Gran Teatro Alicia Alonso.

La visita si è svolta con molta cordialità anche se non sono mancate le polemiche sia in Spagna che a Cuba da parte di chi non ha visto di buon occhio l'incontro tra i reali di Spagna e il governo di Cuba. Un'altro importante aspetto che ha sollevato molte discussioni ed una ondata di protesta e novità è stato il modo con cui sono state "ripulite" le strade dell'Avana, non solo dai rifiuti ….
Vi rimando al prossimo articolo … “Ni una patas meno!”
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