La vita ti prende, tu non la prendi. Non puoi sapere dove ti porterà
24 gennaio 2021
Il regista e sceneggiatore cubano Juan Carlos Tabio si è spento all'Avana all'età di 77 anni.

Lo ha comunicato in una nota l'Istituto cubano di arte e industria cinematografica:
"L'Icaic si rammarica della morte del regista, che ha vinto il Premio nazionale del Cinema del 2014 e il cui lavoro fa parte della storia trascendente del cinema cubano come riflesso dell'identità di una nazione".
Il regista e sceneggiatore è considerato una figura di primo piano del cinema cubano ed è stato autore di lavori riconosciuti a livello internazionale tra cui ricordiamo il sorprendente "Fragole e cioccolato" realizzato nel 1994 e diretto insieme a Tomas Gutierrez Alea, pellicola che fu premiata con l'Orso d'argento a Berlino e fu candidato all'Oscar come miglior film straniero.

Il film integralmente girato all'Avana sfidò un vero e proprio tabù poiché trattò con coraggio e lungimiranza una questione ancora oggi non del tutto risolta sull'isola caraibica: quella della omosessualità. Ambientato verso la fine degli anni settanta, l'intera vicenda si snoda attraverso la controversa amicizia tra Diego un intellettuale gay, e David un giovane comunista formato e radicato sui capisaldi della rivoluzione di Castro non proprio "benevola e tollerante" dei confronti degli omosessuali.

Nel 1995 Tabio presenta al mondo un'altra sua opera ironica e surreale “Guantanamera” co-diretta sempre Tomas Gutierrez Alea e che sarà presentata in concorso alla 52ma Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
Ho visto un'altro film memorabile di Tabio, “Lista de Espera”, “Lista d'attesa” in italiano, prodotto nel 2000 e presentato al Festival di Cannes. Una attesa alla fermata del bus che si fa esperienza onirica. Un sogno che trasforma la dura resistenza alle lunghe attese a cui sono abituati i cubani in un vivace e allegro microcosmo. Una narrazione capace di sdrammatizzare con pennellate di genialità una realtà tra le più pesanti tra quelle che affliggono da decenni l'Isola.

Umorista critico, ha usato tutta la auto ironia tipicamente cubana per sviscerare le contraddizioni della sua società. Lo ha fatto con trasporto emotivo spingendo lo spettatore, tra una risata e l'altra, ad entrare nelle sue storie e a renderlo partecipe di un cambiamento necessario.
L'ultima sua opera importante è stata “7 Dias en la Habana” del 2012, un film collettivo che racconta una settimana all'Avana e in cui ogni giornata è raccontata da un regista diverso. Oltre al nostro Tabio hanno partecipato alla sua realizzazione artisti di fama inernazionale come Benicio del Toro e Julio Medem.
Il presidente Miguel Díaz-Canel ha salutato con queste parole uno dei figli più ammirati di Cuba: “Un commosso addio a uno degli elementi imprescindibili del cinema cubano. La sua opera, autentico ritratto di Cuba, è anche il ricordo acuto di un'epoca. Condoglianze a familiari, amici e colleghi del cinema”.
“La vita ti prende, tu non la prendi. Non puoi sapere dove ti porterà” (J.C. Tabio, L'Avana, 3 settembre 1943-18 gennaio 2021).
A-Dios Juan Carlos, grazie per averci fatto sorridere e riflettere.
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