Patria o Muerte o Patria y Vida. Cuba sull'orlo dell'abisso
21 Marzo 2021
Patria o Muerte vs Patria y Vida …
Sembrano solo due slogan invece queste semplici tre parole Patria, Morte e Vita testimoniano tutta la complicata situazione sociale e politica che sta vivendo Cuba. Un popolo pericolosamente in conflitto che vede contrapposti in una lacerante contesa i sostenitori della Revolucion con i suoi dictat e la sua organizzazione ormai obsoleta e coloro che spingono per un cambiamento radicale da realizzarsi attraverso aperture democratiche, la libertà di opinione e la libera iniziativa imprenditoriale, tutti elementi necessari per dare impulso ad una società ed ad una economia sempre più in difficoltà.
Sembrano solo slogan ma non è così.
Facciamo un passo in dietro per capire meglio di cosa stiamo parlando. La frase “Patria o Muerte” fu ufficialmente pronunciata nel corso di un lungo ed accorato discorso tenuto da Fidel Castro all'Avana il 4 marzo del 1960 in occasione della cerimonia funebre a suffragio delle vittime dell'esplosione della nave francese La Coubre che causò centinaia di morti. La nave era salpata dal Belgio ed era arrivata al porto dell'Avana con un carico imponente di esplosivo. Ad una prima esplosione, causata da un incidente o forse da un sabotaggio, ne seguì un'altra ancora più violenta che spazzò via in pochi istanti anche la vita di molti soccorritori accorsi sul luogo dell'incidente. Castro accusò esplicitamente gli Stati Uniti di essere il mandante di quell'attentato. In quella giornata di lutto il fotografo Korda attraverso i suoi scatti immortalò Che Guevara in quella che è diventata una delle immagini più famose del XX secolo: Guevara con i capelli lunghi mossi dal vento, il basco calato sulla testa e lo sguardo fisso verso un orrizonte carico di dolore e di incognite.

Successivamente fu lo stesso Che Guevara a pronunciare la parole “Patria o Muerte” in un epico discorso tenuto difronte alla platea dell'ONU l'11 dicembre del 1964 e poi ancora, meno di un anno dopo, era infatti il 3 di ottobre del 1965 toccò a Fidel leggere dal Teatro Chaplin dell'Avana a tutto il popolo cubano la struggente lettera del Che che annunciando di voler continuare la rivoluzione socialista in altre terre che richiedevano la sua presenza si accomiatava da Cuba al grido di “Patria o Muerte! Venceremos!”

Sollecitato da quella consegna “Patria o Muerte” tutto un popolo si era radunato e stretto attorno ai suoi leader carismatici nella tenace difesa dei valori e delle conquiste della sua giovane rivoluzione.
Sono trascorsi 60 anni da quelle stoiche giornate ma non tutto è andato come doveva andare. Il regime attualmente è più impegnato a fronteggiare il dissenso interno che nel difendersi da possibili invasioni straniere.

Il 16 febbraio del 2021 è una data che sta segnando lo spartiacque tra il prima e il dopo. Un gruppo di musicisti diretti da Yotuel Romero, ex componente del gruppo degli Orishas affermatosi in tutto il mondo, e composto inoltre dai Gente de Zona, da Descemer Bueno e da due rapper residenti nell’isola, Maykel Osorbo e El Funky ha coniato un nuovo slogan “Patria o Vida!” lanciato attraverso una canzone ed un video che in poche giorni ha superato i quattro milioni di visualizzazioni.

Il testo è un esplicito atto di accusa contro un regime che, secondo Yotuel, ha tradito negli anni non solo gli ideali di Josè Martì e di Che Guevara ma anche la dignità e il desiderio di libertà espresso da intere generazioni che avevano riposto grandi speranze nella rivoluzione castrista.
La canzone si è ispirata all'attivita del 27N e del Movimiento San Isidro costituito da un gruppo di artisti cubani venuto alla ribalta nel 2020 in seguito ad uno sciopero della fame organizzato dopo l'arresto di un loro esponente di spicco, il musicista Denis Solís da tempo impegnato a favore della libertà di espressione e di pensiero di tutti gli artisti cubani.
Yotuel in una intervista rilasciata da Madrid alla CNN ha dichiarato che con “Patria y Vida” ha voluto portare il suo apporto a questa lotta civile con un messaggio di luce e speranza perchè le due parole Patria e Vita possano finalmente convivere.
“No más mentiras, mi pueblo pide libertad, no más doctrinas . Ya no gritemos Patria y Muerte sino Patria y Vida”, recita il tema della canzone.
“Non più bugie, il mio popolo chiede libertà, non più dottrine. Non gridiamo più Patria o Morte ma Patria e Vita!”
La canzone nonostante fallimentari tentativi di censura da parte del governo è stata scaricata in poche ore migliaia di volte anche sull'Isola. Sono comparse dappertutto scritte sui muri con le parole Patria y Vida e diversi cittadini si sono riversati per strada gridando lo slogan. Anche dalle case riecheggiano sempre più diffusamente le note della canzone. In risposta ci sono stati numerosi arresti e violenti atti di ripudio con le case dei dissidenti saccheggiate e prese di mira dalle forze conservatrici: gente comune e polizia. La società civile si è pericolosamente spaccata in due.

Allo stesso modo si è fatto vivo anche il Presidente cubano Miguel Diaz-Canel che in risposta alla canzone di Yotuel ha rilanciato con un twitt il tema di quella composta da Silvio Rodríguez “Pequeña serenata diurna” che così recita: “Así se canta a la Patria, Vivo en un país libre”, così si canta alla Patria, vivo in un paese libero.
Altre canzoni “filogovernative” composte frettolosamente e di dubbia qualità artistica stanno tentando goffamente di arginare l'onda d'urto originata da “Patria y Vida”.
Le due fazioni si stanno affrontando a colpi di note e la cosa sarebbe anche simpatica se non fosse che la situazione si sia fatta veramente delicata: da una parte c'è un popolo stanco, affamato, che ha perso la fiducia e la speranza. Un popolo che si sente tradito e disilluso. Dall'altra parte ci sono gli irriducibili di Fidel ancora saldamente radicati all'esperienza rivoluzionaria degli anni '60.
Il governo cubano sta reagendo in maniera convulsa ed isterica affollando programmi telelevisi e riempiendo pagine intere di giornali nel tentativo di disinnescare la bomba ideologica lanciata da Yotuel, chiaro segnale che le istituzione temono molto il messaggio anti comunista della canzone.
Yotuel, che da tempo vive in Spagna, a coronamento della sua iniziativa, è stato invitato a parlare al Parlamento Europeo come testimone della difficile situazione in cui vivono gli artisti cubani risedienti nell'isola e in questa occasione ha rilasciato dichiarazioni molto forti che però allo stesso tempo sembrano lasciare aperto uno spiraglio al dialogo:
“Questa canzone non è nè contro il governo nè contro il castrismo” ha sottolineato Romero.
“E' una canzone a favore del popolo. Altre canzoni sono state scritte in passato per lanciare un messaggio critico e a favore di un cambiamento. L'arte ha un linguaggio di non violenza. Un linguaggio di amore e di speranza, di ricerca. Come diceva Bob Marley la musica non ha nemici, la musica è musica, l'arte è arte e l'arte deve essere libera. L'arte non si può radicare in nessun partito, deve essere libera per poter, attraverso la musica, denunciare, reclamare, esigere”.
“Que no siga corriendo la sangre, por querer pensar diferente. Quién le dijo que Cuba es de ustedes si mi Cuba es de toda mi gente”, “Che non continui a scorrere sangue per desiderare di pensare differentemente. Chi ha detto che Cuba è vostra se la mia Cuba è di tutta la mia gente”.
Cosi recita un'altro passo della canzone...
“E' il momento di rivendicare qualcosa di diverso e di migliore che non sia solo la morte: la vita!
E' il momento di dire: perchè non combiniamo entrambe le cose? E' desiderio di ogni cittadino avere una Patria dove poter godere della vita. In Patria e Vita non ci sono differenze. No esiste un io e un tu, ma un tutto capace di creare un grande paese, con le nostre differenze” ha concluso Yotuel.
I governanti di Cuba devono necessariamente ascoltare queste “canzoni” e riflettere sulle richieste di un popolo che già in passato è stato capace di sovvertire un ordine politico che sembrava inamovibile. Lo sanno bene i lider rivoluzionari che proprio su questa forza e su questo coraggio qualche decennio fa poterono contare per destituire il possente regime di Batista. Il cambio deve essere guidato da loro. Ne hanno il tempo e probabilmente anche le capacità. Ma devono ascoltare la voce del popolo che ora sale dai cellulari grazie ai social ma che potrebbe diventare giorno dopo giorno sempre più potente e non controllabile. Non è ancora troppo tardi per agire. Il passaggio da Patria o Muerte a Patria y Vida deve essere interpretato come il prosieguo naturale di un cammino intrapreso più di mezzo secolo fa. Voci diverse e non contrapposte della stessa rivoluzione. Se non si accetta questo si corre il rischio di scivolare verso una guerra civile che né Cuba né il suo popolo meritano. E neppure noi che tanto l'amiamo ...
Qui di seguito trovate i link del video di Patria Y Vida e quello contenente il testo della canzone con la sua traduzione:
https://cuba.lnk.to/patriayvida
https://gloriagallo.com/testo-traduzione-e-significato-della-canzone-patria-y-vida/
Tags: Fidel Castro,, rivoluzione,, Che Guevara,, Gente de Zona,, Patria y Vida,, Patria o Muerte,, Orihas,, Yotuel Romero,