Quando la Revolucion dimentica i suoi eroi
17 giugno 2022
Le storie che sto per raccontarvi sono quelle di due persone il cui nome non dirà niente a molti di voi ma che desidero farvi conoscere per farle riaffiorare dall'oblio della memoria. Quando una nazione si dimentica dei suoi figli che tanto hanno contribuito alla sua crescita e alla sua affermazione storica persino la loro dignità viene strappata e umiliata. Quelle di Angel e Osvaldo sono storie drammatiche di quelle che non custodiscono un lieto fine.
Angel Pacheco Soublet era un anziano di 83 anni che risiedeva con la moglie ed alcuni familiari nella popolosa Las Tunas, città che si trova nell'oriente di Cuba. Angel era un ex combattente della missione cubana in Angola. Un eroe di guerra pluridecorato.

Si è tolto la vita pochi giorni fa per non aver retto allo sconforto e alla vergogna dopo essere stato multato di 4.000 pesos colpevole di vendere con un carretto frutta e verdura. Angel percorreva ogni giorno le strade assolate di Las Tunas per guagnare qualche pesos in più per arrotondare la sua misera pensione e mantenere la moglie ammalata e la figlia che si prendeva cura di lei. Non aveva nessuna licenza e alla impossibilità di poter pagare quel debito ha preferito togliersi la vita. I vicini descrivono Angel come una persona buona e servizievole dedito totalmente alla famiglia come in passato lo era stato per la Revolucion.
Angel fece parte della missione militare denominata: "Operazione Carlota" che ebbe inizio nel novembre del 1975 quando il regime cubano, sullo slancio dei successi ottenuti sul campo e in nome dell'internazionalismo socialista, inviò le prime truppe in Angola a sostegno del MPLA, il Movimento popolare per la liberazione dell'Angola, movimento di ispirazione comunista sostenuto dall'ex Unione Sovietica che in una violenta guerra civile si fronteggiava con la UNITA e la FNLA movimenti filo-occidentali sostenuti militarmente dall'esercito sud africano e dagli USA.

Dopo quel primo invio di circa 4.000 uomini la presenza cubana si rafforzò sempre di più negli anni seguenti raggiungendo le 55 mila unità nel 1988. Si calcola che complessivamente circa 500 mila cubani combatterono in Angola e di questi 10 mila morirono o furono gravemente feriti. Nel 1988 vennero siglati poi a New York degli accordi di pace in base ai quali Cuba da una parte e Sud Africa dall'altra ritirarono progressivamente i propri eserciti dall'Angola. La Operazione Carlota terminò ufficialmente nel 1991 mentre la guerra civile angolana che scoppiò dopo che la regione africana aveva conquistato l'indipendenza dal Portogallo si protrasse fino al 2002.

L'Africa sudoccidentale ottenne l'indipendenza dal Sud Africa dando vita allo stato della Nabibia. Angel fu uno di quei combattenti che lasciarono la propria terra mossi dall'entusiasmo nel voler diffondere nel terzo mondo le istanze politico sociali della rivoluzione cubana. La stessa Revolucion che qualche decennio dopo non ha saputo proteggerlo al tramonto della sua vita.
L'altra vicenda è quella che riguarda Osvaldo Lara nato all'Avana nel 1955 e considerato uno degli atleti più forti della storia di Cuba. Osvaldo Lara indossò la maglia della nazionale cubana da metà degli anni 70 del secolo scorso fino alla fine degli anni ottanta ottenendo risultati strepitosi in tutte le discipline che praticava: 100 metri, 200 metri e staffetta 4 x 100.

Nel 1980 quando i giochi Olimpici si svolsero a Mosca Osvaldo raggiunse la finale sia nei 100 metri che nei 200 ottenendo lusinghieri piazzamenti, rispettivamente un quinto ed un ottavo posto. A quei giochi svolti in piena "Guerra Fredda" non vi parteciparono gli Usa che boicottarono l'evento sportivo. Quattro anni più tardi fu la volta della ex Unione Sovietica e del blocco socialista che comprendeva Cuba a boicottare i Giochi che si tennero a Los Angeles privando così Osvaldo della possibilità di partecipare alla manifestazione sportiva nel suo miglior momento di forma.
Mosca organizzò una sorta di contro olimpiade che chiamò "Giochi dell'Amicizia" ai quali partecipò anche la selezione cubana con il suo alfiere Osvaldo che in quella occasione vinse l'oro dei 100 metri piani con un tempo fantastico di 10 secondi e 17 risultato secondo solo a quello ottenuto dallo statunitense Carl Lewis, il "Figlio del Vento", medaglia d'oro a Los Angeles. Osvaldo restò con il rammarico di non aver potuto partecipare ai quei giochi dove aveva tutte le carte in regola per essere protagonista e salire sul podio. Al suo rientro in Patria il governo gli fece dono di una Lada, un mostriciattolo a quattro ruote costruito in Russia su modello della Fiat 124, che il buon Osvaldo ha mantenuto fino ai nostri giorni e che ora giace inutilizzabile consumata dal tempo e dalla salsedine. Grazie ad altre medaglie conseguite con la nazionale Osvaldo riceve un vitalizio di 700 pesos cubani che ai giorni nostri sono una autentica miseria, circa 35 euro. Il Palmares di Osvaldo parla da solo. Osvaldo Lara è stato una gloria dello sport cubano quando lo sport era il simbolo dell'affermazione della Rivoluzione castrista in campo sociale, economico e politico. Osvaldo dopo il ritiro dalle gare avvenuto nel 1986 ha fatto per alcuni anni l'allenatore poi l'insorgere di diversi gravi problemi di salute lo hanno costretto ad abbandonare ogni attività prima di raggiungere l'età pensionistica e di conseguenza non percepisce nessun tipo di pensione. Oggi vive nell'indigenza, soprafatto dalla tristezza e dagli acciacchi. In una recente intervista ha dichiarato tutto il suo sconforto nel sentirsi abbandonato dalle Istituzioni e da quel regime sotto la cui bandiera ha offerto i migliori anni della sua vita.
Angel e Osvaldo, due storie tristi. La Rivoluzione cubana si è affermata grazie all'eroismo di giovani vite, ragazzi che spesso venivano dal campo, poco istruiti, molti di loro erano analfabeti. Hanno raccolto le aspirazioni di una isola intera regalando un sogno di giustizia e libertà dopo decenni vissuti nella precarietà e sottomessi al terrore. Molti di loro si sono poi affermati in quella idea di rivoluzione sociale: chi nelle arti, chi nello sport, chi continuando a servire il proprio Paese in pericolose missioni militari.
Quando la Revolucion dimentica e tradisce i suoi eroi tradisce anche gli ideali di migliaia di giovani di allora, le cui speranze e gesta eroiche si erano spinte ben oltre i confini della Isla Grande. Qualcosa va rivista. Troppe cose non vanno. E' tempo di cambiamenti perchè chi perde la dignità perde un pò alla volta la sua stessa vita. Questo vale per Cuba, vale per l'Italia, vale per chiunque.
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