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Le domande mai fatte a Camilo Guevara

9 ottobre 2022

Camilo Guevara, il figlio del Che è morto a 60 anni
(Camilo Guevara - foto web)

Ha scelto un addio improvviso, a riflettori spenti, lontano dalla terra che lo ha visto nascere e diventare uomo all'ombra di un padre famoso. Se ne è andato come ha vissuto: in maniera schiva e senza privilegi. Quando suo padre Ernesto morì in Bolivia nell'ottobre del 1967 Camilo aveva poco più di quattro anni e solo in sporadiche occasioni aveva potuto gioire dell'abbraccio del genitore. Forse è stata proprio la mancanza di questo legame filiare che ha spinto Camilo a dedicare tutta la sua breve esistenza nel promuovere freneticamente la conoscenza della vita e del pensiero del Guerrillero Heroico.

Camilo era nato all'Avana il 20 maggio del 1962 secondo genito dei quattro figli nati dalla unione tra Ernesto Guevara e Aleida March. Gli altri sono Aleida, Celia ed Ernesto. Camilo aveva anche un'altra sorella, Hilda Beatriz anch'essa morta prematuramente nel 1995, nata dal primo matrimonio del padre con la peruviana Hilda Gadea. Il suo nome è il sigillo del grande legame di amicizia che legava suo padre a Camilo Cienfuegos uno dei protagonisti indiscussi della rivoluzione cubana, combattente amatissimo dal popolo e scomparso in circostanze non del tutto chiare in un incidente aereo nel 1959 mentre sorvolava lo stretto della Florida.

Laureatosi in Diritto del Lavoro, Camilo era il direttore del Centro Studi Che Guevara all'Avana. Ha dedicato la sua esistenza nel ripercorrere la vicenda umana del padre impegnandosi in una ricerca spasmodica di testimonianze e scritti che ha raccolto e catalogato perchè nulla andasse perduto. Ha viaggiato in lungo e in largo con l'intento di promuovere la conoscenza del Che per mantenerne vivo il ricordo e l'opera.

Camilo Guevara è morto il 29 agosto del 2022 a Caracas, capitale del Venezuela, stroncato da un infarto causato da un embolo polmonare che non gli ha dato scampo. Come accaduto in precedenza per suo padre in tanti hanno pianto per la sua l'improvvisa scomparsa mentre altri, tra gli irriducibili anticastristi, avranno sicuramente gioito per la sua morte. La storia ci divide. Lo ha sempre fatto contrapponendo da una parte i vinti e dall'altra i vincitori. Ci divide in modo doloroso, spesso spietato, privandoci finanche di quella seppur minima fiammella di pietà umana e di obbiettività per poter giudicare con maggior serenità fatti e persone. Amore e odio si rincorrono da sempre sugli stessi binari. Sono facce contrapposte della stessa medaglia.

Camillo nei suoi numerosi viaggi si è fermato spesso anche in Italia donandosi generosamente alla curiosità e all'interesse di chi ha voluto conoscerlo. Ha portato sulle spalle il peso di un cognome ingombrante, lo ha fatto con coraggio e dedizione assoluta. Di fronte alla morte spesso basterebbe il silenzio.

Camilo Guevara uno dei figli del Che è morto a soli 60 anni
(Camilo Guevara - foto web)

Sono coetaneo di Camilo. Diversi anni fa all'Avana mi si era presentata l'opportunità di conoscerlo personalmente ma poi non se ne fece più nulla. Mi sono rimaste delle domande strozzate in gola. Domande che con il passare degli anni si sono arricchite di spunti di riflessione. La Cuba sognata da suo padre come modello di una società più giusta e libera si è forse dissolta definitivamente in una infinità di contraddizioni e disillusioni e credo che Camilo fosse abbastanza intelligente per essersene accorto da solo.

Cosa gli avrei chiesto allora?

Sicuramente gli avrei chiesto se da figlio avesse preferito al padre "eroico” uno più presente nella sua vita per poter condividere con lui l'utopia di una America Latina unita e vederlo poi invecchiare magari un po' più cicciottello e senza la folta chioma;  un padre che alternasse al suo gran senso di responsabilità l'affetto per i propri figli.

Gli avrei chiesto cosa ne pensasse realmente della morte del padre in Bolivia e di quella “misteriosa” del suo amico Camilo, se veramente anche lui credesse alla casualità dei fatti o se le circostanze che le avevano determinate fossero state in certo senso pilotate e alla fine silenziosamente gradite sia agli americani che ai russi, impegnati a gettare acqua sul fuoco in una guerra fredda che aveva corso il rischio durante la crisi dei missili di Cuba di trascinare il mondo nell'apocalisse atomica e che anche una parte della leadership cubana,  a partire da i fratelli Castro, avesse tratto beneficio dalla scomparsa di quel personaggio scomodo e irrefrenabile che poi ad arte avrebbero trasformato in un mito cementando in tutto il mondo il ruolo centrale di Cuba.

Gli avrei chiesto cosa pensasse di un mondo che aveva trasformato il padre in un gadget da bancarella dimenticandone in gran parte gli ideali e il sacrificio umano.

Gli avrei chiesto poi che opinione avesse sulle carceri cubane affollate di prigionieri politici, della crisi alimentare che sta investendo l'Isola, della potenza medica che scricchiola per la perenne carenza di medicinali. Gli avrei chiesto una riflessione sulle proteste di piazza di questi giorni e della reazione scomposta e violenta di uno stato che invece di porgere l'orecchio alle richieste di un popolo lo maltratta e bastona ad ogni circostanza. Gli avrei chiesto perchè dopo più di mezzo secolo dal successo della rivoluzione l'economia cubana ristagni ancora nelle paludi di una burocrazia asfissiante che paralizza ogni tipo di impenditoria e che espone l'Isola intera alla vergogna di dovere sempre attendere l'elemosina di paesi amici che poi alla fine proprio amici non lo sono mai stati.

Gli avrei chiesto infine cosa ne pensasse delle migliaia di cubani che ogni hanno fuggono da una terra bellissima e disperata in cerca di una vita dignitosa che la propria terra non riesce più a garantire. Chissà quali risposte mi avrebbe dat Camilo e se lo avesse fatto con la stessa risolutezza del padre o abbandonandosi a considerazioni più malinconiche ed intime. Non lo saprò mai. Oggi 9 ottobre si ricorda la morte di Ernesto Guevara detto il Che. Osservo la Cuba di oggi e la vedo così lontana dall'entusiasmo che la travolse nelle giornate eroiche di Santa Clara. Vedo gli sforzi di centinaia di ragazzi che donarono sulla Sierra Maestra la propria vita per un futuro migliore vanificati da un sistema politico che fa sempre più fatica a comprendere le istanze di un popolo stanco di troppe vessazioni. Un sistema politico che reagisce in modo isterico trascinando una isola intera verso una crisi sociale molto simile a quella che precedette la stessa Revolucion. Ho la convinzione, forse dettata da una visione romantica della storia, che se Ernesto Che Guevara e Camilo Cienfuegos fossero ancora vivi la situazione sarebbe stata molto differente. Domande e considerazioni che restano sospese. Chissà cosa mi avrebbe detto Camilo ...


Tags: Fidel Castro,, Ernesto Che Guevara,, Camilo Cienfuegos,, Rivoluzione cubana,, storia di Cuba,, Aleida Guevara March,, Camilo Guevara, crisi dei missili