25 anni dopo Papa Wojtyla, Papa Francesco scrive al popolo Cubano
16 gennaio 2023

Il 13 di gennaio 2023 Papa Francesco ha inviato un messaggio al popolo di Cuba in occasione del 25° anniversario del Viaggio Apostolico di San Papa Giovanni Paolo II a Cuba compiuto tra il 25 e il 28 gennaio del 1998. Ancora oggi risuonano distinte le sue parole quando energicamente implorò che " L'Isola si aprisse al mondo e il mondo a Cuba". Papa Bergoglio riferisce che in occasione di questa commemorazione si recherà sull'isola caraibica il Cardinale Beniamino Stella che in quegli anni era Nunzio Apostolico in terra cubana.

La visita del Papa polacco rappresentò un avvenimento di portata storica trattandosi della prima compiuta da un Pontefice della Chiesa Cattolica a Cuba, avvenimento che tracciò il solco per un nuovo cammino da intraprendere nelle relazioni tra Stato e Chiesa piuttosto compromesse dopo il successo della Rivoluzione castrista nel 1959. Come gesto riconciliatorio il governo cubano reintrodusse nel 1997 la Festività del Santo Natale, consentì la riapertura di numerose chiese e permise l'esercizio di altre manifestazioni religiose. Dopo Papa Giovanni Paolo II altri due Pontefici hanno visitato l'Isola: Papa Benedetto XVI nel marzo del 2012 e Papa Francesco a settembre del 2015.

Di seguito il testo della lettera scritta da Papa Bergoglio:
Al santo Popolo fedele di Dio che peregrina a Cuba
Mi piacerebbe che in questo tempo rievocaste nei vostri cuori i gesti e le parole che il mio predecessore vi ha rivolto durante la sua visita, affinché risuonino con forza nel presente e conferiscano un nuovo impulso per continuare a costruire con speranza e determinazione il futuro della vostra nazione. Una delle sue esortazioni in quel momento è stata: «Affrontate con forza e temperanza, con giustizia e prudenza le grandi sfide del momento presente; tornate alle radici cubane e cristiane e fate tutto il possibile per costruire un futuro sempre più degno e sempre più libero! Non dimenticate che la responsabilità fa parte della libertà. Inoltre, la persona si definisce principalmente per le sue responsabilità nei confronti degli altri e di fronte alla storia» (Messaggio ai giovani di Cuba, 23 gennaio 1998).
Anche io vi incoraggio a tornare alle vostre radici cubane e cristiane, ossia alla vostra identità propria, che ha generato e continua a generare la vita del vostro paese. Queste radici si sono rafforzate permettendoci di vederle crescere e fiorire nella testimonianza di tanti di voi che lavorano e si sacrificano ogni giorno per gli altri, non solo per i propri familiari, ma anche per i vicini e gli amici, per tutto il popolo, e in modo particolare per i più bisognosi. Grazie per questo esempio di collaborazione e di aiuto reciproco che vi unisce e che rivela lo spirito che vi caratterizza: aperto, accogliente e solidale. Continuate a camminare insieme con speranza, sapendo che sempre, e in particolare in mezzo alle avversità e alle sofferenze, Gesù e sua Madre Santissima vi accompagnano, vi aiutano a portare la croce e vi consolano con la gioia della resurrezione.
Come segno della mia vicinanza e comunione con l’amato popolo cubano, che annovera grandi scrittori e artisti, vorrei ricordare alcune parole di padre Varela, che esprimono il bisogno di radicarsi nel bene e la fecondità di questo sforzo: «Dopo essersi radicato, l’albero ben presto allargherà i suoi rami e alla sua ombra riposerà la virtù». Questo albero pieno di vitalità può ben rappresentare l’uomo che radica la propria fiducia nel Signore, come dice il profeta Geremia: «Egli è come un albero piantato lungo l’acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi; nell’anno della siccità non intristisce, non smette di produrre i suoi frutti» (Ger, 17 8). Confidando nel Dio della vita, vi invito a continuare ad andare più a fondo nelle vostre radici con coraggio e responsabilità, e a continuare a dare frutti uniti nella fede, la speranza e la carità.
Che Gesù benedica il popolo cubano e che Nostra Signora della Carità del Cobre vi custodisca e vi accompagni. Prego per voi e vi chiedo, per favore, di pregare per me.
Fraternamente,
Francesco.

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