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Somos todos americanos

“Siamo tutti americani!”.

Con questa frase roboante il presidente degli Stai Uniti d'America il 17 dicembre 2014 ha suggellato una decisione destinata a divenire una pietra miliare nella storia del nuovo millennio. Dopo 55 anni di contrasti, tensioni ed aggressioni sia verbali che fisiche, Obama di concerto con il presidente cubano Raul Castro, ha impresso una svolta decisiva nella normalizzazione dei rapporti tra i due paesi. Una scelta coraggiosa che implica una rilettura storica ed una attenta revisione delle scelte politiche fino a qui intraprese dal gigante americano nei confronti del paese caraibico. Tra i primi interventi previsti ci sarà la riapertura della sede diplomatica Usa all'Avana seguita dal rilancio della cooperazione economica tra i due paesi. Si studieranno poi le modalità per porre fine all'embargo economico, il tristemente noto bloqueo, una tenaglia stretta al collo del caimano dal lontano 1962, epoca segnata dalla crisi dei missili e che lo stesso presidente statunitense non ha esitato a bocciare per la sua inefficacia strategica.

 

Agli occhi di molti è sembrata una decisione improvvisa oltre che insperata. In realtà si è trattato del buon esito di intense trattative, di scambi frenetici di missive e telefonate e di incontri tra le diplomazie condotte sotto l'abile regia del governo canadese e la preziosa e decisiva supervisione di inviati del Vaticano.

La presenza della Chiesa cattolica nelle vicende cubane si è rivelata ancora una volta determinante. All'epoca della crisi dei missili l'intervento di Papa Giovanni XXIII e la lungimiranza dei leaders J.F.Kennedy e N.Kruscev scongiurarono in extremis lo scoppio della terza (...ed ultima!) guerra mondiale. Molto tempo dopo, nel 1998, si realizzò la storica visita di Papa Giovanni Paolo II, san Karol,che con la sua preghiera gridata chiese “a Cuba di aprirsi al mondo e al mondo di aprirsi a Cuba!”. Poi ancora l'estenuante lavoro di Benedetto XVI culminato con il ritorno del Pontefice in terra cubana nel. 2012. E per ultimo Papa Francesco, il “Che” Bergoglio, un altro rivoluzionario argentino la cui vicenda umana si intreccia indissolubilmente con la storia di Cuba.

Come tutti i cambiamenti questo passaggio storico necessiterà di un lungo percorso che sarà denso di insidie e di sorprese. Attraverso i media e i blogs, ho verificato come tra i cubani residenti e non filtri una evidente reazione contrapposta. Con il successo della rivoluzione castrista e l'entrata dei barbudos all'Avana il 1° gennaio del 1959 per molti di loro è stata tracciata una profonda linea di demarcazione.

Un'epoca A.C. ed una D.C.

Prima di Castro e dopo di Castro. E chi si identifica rigidamente con l'uno o l'altro periodo storico sa scorgere solo gli aspetti positivi del proprio percorso disponendosi poi alla condanna definitiva dell'avversario.

Credo in tutta modestia che sia necessario un approccio diverso per compiere un cammino di riconciliazione che non prescinda però dall'affermazione di una precisa identità nazionale.

“Mambo Tango” è entrato in tipografia nel giugno del 2014 quando la notizia del riavvicinamento diplomatico tra il Golia statunitense e il Davide cubano sembrava solo la più grande tra le utopie. A pochi mesi di distanza il messaggio del romanzo si appropria sorprendentemente di una chiave di lettura profetica, di anticipazione degli eventi. Se non ci credete toglietevi la curiosità leggendolo! Dirò di più: spingendosi oltre, il racconto offre anche una lettura misericordiosa della variegata umanità cubana , elemento necessario per il raggiungimento di un traguardo storico di rilevanza mondiale.

Non fazioni contrapposte, ma un ricco mosaico di esperienze che fanno di Cuba e dei cubani un popolo virtuoso, indomabile ed ottimista!

Ho riletto le omelie pronunciate da San Karol durante il suo viaggio apostolico nell'inverno del 1998. Sono straordinariamente attuali e conservano a distanza di quasi 30 anni la forza ed il vigore di un messaggio che, dalla voce del santo, auspicava un cambiamento sigillato dalla consapevolezza e dall'accettazione della presenza di Dio nella storia del mondo.

Ho scelto qualche passaggio che ho riepilogato nel link "cultura/Religioni e tradizioni" in questo blog.

Chi ama Cuba sa che non esistono alternative alla misericordia ed al perdono, qualunque sia la fede od il credo religioso o la visione politica di appartenenza. I paesi che si sono lasciati guidare dall'odio e dalla vendetta sono sprofondati nel caos lasciandosi alle spalle una inevitabile striscia di sangue e di disperazione.

Allora...Buen viaje querida Cuba!

Tags: Vaticano,, Papa Giovanni Paolo II,, BenedettoXVI,, Papancesco,, embargo,, bloqueo,