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55 minuti per cancellare 53 anni di lotte.

 

Raul Castro in Vaticano
                                                         (foto Ansa)

 

Probabilmente la data del 10 maggio del 2015 sarà destinata a rimanere scolpita nel tempo poiché ha costituito una svolta storica nella vicenda di Cuba e forse di tutta l'America Latina, avendo come punto di forza la riapertura del dialogo diplomatico tra il paese caraibico e gli Stati Uniti d'America. Intendere questi fatti come un discorso a due tra stati che mal si sopportano equivale a limitarne però la loro portata storica. L'affermazione della spinta propulsiva nata in un contesto di distensione non può però prescindere dal rispetto reciproco e dall'accettazione delle diversità secondo i principi inviolabili dell'autodeterminazione dei popoli ed in questa fase il ruolo di arbitro e garante svolto dalla Chiesa Cattolica è stato riconosciuto espressamente dai leaders dei due paesi ex nemici. La visita di Raul Castro in Vaticano, durata 55 minuti quasi il numero degli anni dell'embargo statunitense,  è stata il sigillo posto sul ruolo da protagonista svolto dal Pontefice in questo fase delicata in cui le varie diplomazie si sono impegnate a cancellare anni di incomprensioni e tragiche decisioni.

Questa nuova stagione diplomatica ha immediatamente sortito un eclatante effetto domino spingendo i principali paesi europei, ma anche la Cina ed il Giappone, ad assumersi un ruolo da protagonisti in questa fase cruciale della storia moderna che potrà portare a Cuba enormi benefici non solo in termini economici.

Raul Castro con austera serenità ha dichiarato durante la conferenza stampa conclusiva in presenza del premier italiano Matteo Renzi di non perdersi un solo intervento di Papa Francesco e che la umiltà di quest'ultimo, la sua saggezza e la forza delle sue parole, lo stanno riportando alla preghiera, alla fede e forse ad un ritorno nella Chiesa Cattolica. “Yo soy comunista pero...”

Parole come macigni. Cuba è stata per decenni un punto di riferimento per i paesi del Terzo Mondo che ancor oggi si sentono annichiliti dalle super potenze economiche ed insignificanti quando ci sono da prendere decisioni che riguardano il destino comune del pianeta. Davide che si è opposto a Golia. L'incarnazione di una utopia romantica che ha affascinato molte generazioni anche nel nostro emisfero occidentale. Cuba potrà essere la protagonista di una nuova Revolucion in cui le armi ed il sangue non siano più necessari per la sua affermazione ed il suo nuovo corso potrà estendersi e contagiare anche altri paesi che anelano un futuro di democrazia e di benessere.

I fratelli Castro, di origine galiziana, ancora una volta hanno incrociato i loro passi con un grande argentino. Prima è toccato ad Ernesto Guevara, argentino di sangue basco, irlandese e spagnolo. Poi è stata la volta di Papa Bergoglio, argentino di origini italiane, primo Pontefice americano. Due grandi rivoluzionari a cui Cuba legherà per sempre le giornate della sua travagliata storia.

Con le loro figure il cerchio sembra chiudersi.

“Mambo Tango” è stato in un certo senso profetico, perché attraverso la sua lettura, ancor prima che le diplomazie muovessero i primi passi, ci ha condotto lungo un percorso inevitabile di rigenerante cambiamento. “Mambo Tango” ha gettato con coraggio un ponte sull'incomunicabilità e la indifferenza, aiutandoci a superare le barriere delle ideologie e dei pregiudizi con lo sguardo attento e compassionevole su di un mondo straordinariamente bello ma confuso e sofferente, dove la nostra fragilità diventa una porta socchiusa attraverso la quale far entrare una umanità desiderosa come noi di felicità. Buon viaggio allora Cuba, buon viaggio Italia, buon viaggio Mondo!