20 luglio 2015. Riaprono le Ambasciate

20 LUGLIO 2015. Oggi, dopo più di mezzo secolo di inimicizia, aggressioni verbali e fisiche, attentati, embargo e accuse di terrorismo, Cuba e Stati Uniti d'America compiono una passo importante nella ristabilizzazione dei rapporti diplomatici interrotti nel 1961 dall'allora presidente americano Eisenhower in risposta violenta alla nazionalizzazione di importanti centri di interesse economici posta in essere dal governo rivoluzionario di Fidel Castro che nel gennaio del 1959 aveva costretto alla resa ed alla successiva fuga il deposto dittatore Fulgencio Batista.

A Washington ci sarà la riapertura dell'Ambasciata cubana con l'issa bandiera in presenza di una delegazione cubana composta dal cancelliere Bruno Rodriguez che sarà accompagnato da una trentina di invitati, rappresentanti del mondo politico, sportivo e culturale dell'isola. Circa 500 le presenze americane all'evento.
All'Avana non ci saranno invece celebrazioni particolari che avverrano invece durante la visita programmata del segretario di stato John Kerry.
L'imponente edificio statunitense costruito sul Malecon avanero si convertitrà così in un luogo simbolo di riconciliazione e amicizia tra i due popoli dopo essere stato per decenni scenario di proteste, a volte violente, e manifestazioni anti imperialiste.

Vi racconto qualche aneddoto. L'edificio fu inaugurato nel 1953, quando Cuba era governata dal "Sergento Batista", che godeva dell'appoggio interessato di importanti cartelli americani e delle famiglie mafiose italo-americane che avevano scelto l'isola caraibica come quartiere generale dei propri loschi affari.
Nel 1961 come già detto venne chiusa come ambasciata all'indomani del trionfo della Rivoluzione Castrista ma mantenne la sua presenza ingombrante come sezione di interessi economici.
Nel 2005 iniziarono una serie di schermaglie e provocazioni reciproche. Gli USA cominciarono a diffondere da giganteschi pannelli posti sulla facciata dell'edificio messaggi politici che richiamavano alla presunta violazione dei diritti umani da parte del governo cubano che in risposta creò proprio davanti all'enclave statunitense il "MONTE DE LAS BANDERAS" con 138 pennoni su cui vennero issate altrettante bandiere nere con una stella bianca al centro in ricordo di ogni anno di lotta contro l'"Impero" dal 1868 in poi. Il luogo venne eretto anche a memoria delle vittime cubane del presunto terrorismo Yankee.


Nel 2009 gli americani cessarono di diffondere messaggi ed anche le bandiere cubane vennero ammainate. Resta una grande parete con la scritta "PATRIA O MUERTE" ed una stata di Josè Martì con il dito minaccioso puntato verso il nemico.

Ho visitato questi luoghi. Mi hanno creato un certo disagio. Magari la prossima volta che li vedrò sarà per assistere ad una festa texana con cowboys, ballerini e guajiros cubani...

Tags: embargo,, Avana,, Castro,, Obama,, Malecon,, Usa,, Ambasciata,, Jos Martì,, Monte de las Banderas,, relazioni diplomatiche,, Washington,