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Il 17 settembre la televisione nazionale manda in onda un video messaggio di Papa Francesco rivolto al popolo cubano in occasione dell'imminente viaggio apostolico sull'isola. Un avvenimento straordinario atteso con gioia da milioni di cubani e dalle stesse istituzioni politiche. Non mancheranno ovviamente le critiche...
Riporto di seguito uno stralcio del video messaggio.
"Mancano pochi giorni alla mia visita e per questo motivo desidero inviarvi il mio saluto fraterno prima di incontrarci personalmente. Vengo a Cuba per condividere la fede e la speranza. Mi rallegra pensare all vostra fedeltà al Signore e il modo con cui affrontate le difficoltà di ogni giorno e l'amore con cui vi aiutate e sostenete nel cammino della vita.. Gesù vi ama veramente e vi porta sempre nel cuore e conosce meglio di tutti ciò che ognuno di voi necessita, quale è il suo desiderio più profondo, come è il nostro cuore, e non ci abbandona mai.
E quando non ci comportiamo come Lui vorrebbe, sempre resta al nostro lato disposto ad accoglierci, a confortarci e a darci una nuova speranza, una nuova opportunità.
Vengo tra voi come missionario della misericordia e della tenerezza di Dio.
Tutto sappiano che Dio perdona sempre, che sta vicino a noi, che ci ama!
Andrò al Santuario de la Virgen del Cobre come pellegrino, ma anche come un figlio che desidera andare alla casa della Madre. A Lei affiderò questo viaggio e tutto il popolo di Cuba."
" Faltan pocos dias para mi visita y por este motivo deseo enviar saludo fraterno antes de de encontrarnos personalmente. Vengo a Cuba a compartir fe y esperanza.
Me hace mucho bien, me ayuda mucho a pensar en su fidelidad al Señor, en el animo con que afrontan las dificultades cada dia, en el amor con que se ayudan y sostienen en el camino de la vida.
Jesus los quieres muchisimo, El los lleva siempre en el corazon, sabe mejor que nadie lo que cada uno necesita, anhela, cual es su deseo mas profundo, como es nuestro corazon y El no nos abandona nunca. Y cuando no nos portamos como el espera, siempre se queda al lado dispuesto a acogernos, a confortarnos, a darnos una nueva esperanza, una nueva oportunidad.
Quiero estar entre ustedes como misionero de la misericordia, de la ternura de Dios, pero permitanme que los anime a ustedes para que sean misioneros de ese amor infinito de Dios. A nadie le falte testimonio de nuestra fe, de nuestro amor, que todo el mundo sepa que Dios siempre perdona, que està al lado nuestro, que Dios nos quiere. Irè al Santuario de la Virgen del Cobre como peregrino, mas como un hijo que està deseando llegar a casa de la Madre y a Ella confio este viaje y tambien le affifdo a todos los cubanos!"
20 LUGLIO 2015. Oggi, dopo più di mezzo secolo di inimicizia, aggressioni verbali e fisiche, attentati, embargo e accuse di terrorismo, Cuba e Stati Uniti d'America compiono una passo importante nella ristabilizzazione dei rapporti diplomatici interrotti nel 1961 dall'allora presidente americano Eisenhower in risposta violenta alla nazionalizzazione di importanti centri di interesse economici posta in essere dal governo rivoluzionario di Fidel Castro che nel gennaio del 1959 aveva costretto alla resa ed alla successiva fuga il deposto dittatore Fulgencio Batista.
foto web. Ambasciata Cuba a Washington
A Washington ci sarà la riapertura dell'Ambasciata cubana con l'issa bandiera in presenza di una delegazione cubana composta dal cancelliere Bruno Rodriguez che sarà accompagnato da una trentina di invitati, rappresentanti del mondo politico, sportivo e culturale dell'isola. Circa 500 le presenze americane all'evento.
All'Avana non ci saranno invece celebrazioni particolari che avverrano invece durante la visita programmata del segretario di stato John Kerry.
L'imponente edificio statunitense costruito sul Malecon avanero si convertitrà così in un luogo simbolo di riconciliazione e amicizia tra i due popoli dopo essere stato per decenni scenario di proteste, a volte violente, e manifestazioni anti imperialiste.
foto Di Crosta Franco Ambasciata USA all'Avana
Vi racconto qualche aneddoto. L'edificio fu inaugurato nel 1953, quando Cuba era governata dal "Sergento Batista", che godeva dell'appoggio interessato di importanti cartelli americani e delle famiglie mafiose italo-americane che avevano scelto l'isola caraibica come quartiere generale dei propri loschi affari.
Nel 1961 come già detto venne chiusa come ambasciata all'indomani del trionfo della Rivoluzione Castrista ma mantenne la sua presenza ingombrante come sezione di interessi economici.
Nel 2005 iniziarono una serie di schermaglie e provocazioni reciproche. Gli USA cominciarono a diffondere da giganteschi pannelli posti sulla facciata dell'edificio messaggi politici che richiamavano alla presunta violazione dei diritti umani da parte del governo cubano che in risposta creò proprio davanti all'enclave statunitense il "MONTE DE LAS BANDERAS" con 138 pennoni su cui vennero issate altrettante bandiere nere con una stella bianca al centro in ricordo di ogni anno di lotta contro l'"Impero" dal 1868 in poi. Il luogo venne eretto anche a memoria delle vittime cubane del presunto terrorismo Yankee.
foto Di Crosta Franco. Ambasciata USA e Monte de las Banderasfoto Di Crosta Franco. Ambasciata Usa e Monte de las Banderas
Nel 2009 gli americani cessarono di diffondere messaggi ed anche le bandiere cubane vennero ammainate. Resta una grande parete con la scritta "PATRIA O MUERTE" ed una stata di Josè Martì con il dito minaccioso puntato verso il nemico.
foto Di Crosta Franco
Ho visitato questi luoghi. Mi hanno creato un certo disagio. Magari la prossima volta che li vedrò sarà per assistere ad una festa texana con cowboys, ballerini e guajiros cubani...
Il Consiglio di Stato di Cuba ha decretato nove giorni di lutto nazionale in seguito alla morte di Fidel Castro, deceduto nella notte del 25 novembre u.s. Le giornate di lutto proseguiranno fino al 4 dicembre, quando sarà celebrato il funerale nel cimitero di Santa Ifigenia a Santiago di Cuba. In questi giorni di lutto “tutte le attività e gli eventi pubblici saranno sospesi. La bandiera nazionale sarà a mezz’asta sugli edifici pubblici e militari”. Questo è quanto riporta il sito Granma.cu.
Sono stati sospesi tutti gli spettacoli e i concerti, tra cui quello attesissimo del tenore Placido Domingo, la vendita di alcol ed è stato ridotto l'orario di apertura dei paladar.
Dopo la veglia che si terrà lunedì e martedì prossimi, i resti dell’ex presidente cubano verranno trasferiti dall’Avana a Santiago di Cuba attraverso un percorso funebre di quattro giorni che si snoderà lungo i 900 chilometri che separano le due città poste a nordovest e sud est dell'isola. Lo stesso percorso compiuto nel gennaio del 1959 dall'Ejercito Rebelde all'indomani della caduta di Batista e che lo stesso Castro guidò da Santiago verso l'Avana e che è ricordato con il nome di Carovana della Libertà. In questi giorni il popolo cubano sarà invitato in varie città a firmare un giuramento di lealtà alla Rivoluzione.
Martedì 29 novembre ci sarà l'ultimo saluto dell'Avana al suo Comandante con una cerimonia che si terrà nella Plaza de la Revolución. Il corteo proseguirà poi verso Santiago dove è prevista un'altra grande cerimonia collettiva. Il 4 dicembre, alle 7 del mattino, le ceneri di Fidel Castro saranno inumate nel cimitero di Santa Ifigenia.
Il Malecon è luogo di attese, di incontri, di sguardi sull'Oceano. Si pesca pesce e si raccoglie vita. Quella vita che a Cuba corre ai trecento orari nonostante la sua imperturbabile immobilità...
In questa data, esattamente 497 anni fa, veniva fondata dai conquistadores spagnoli la città dell'Avana, quella che sarebbe diventata nei secoli una delle metropoli più belle, sensuali, contraddittorie e incomprensibili del mondo! Una città simbolo di una intera nazione che sembra dover affondare da un momento all'altro in un mare di inquietudini, di affanni, di abbandono e disperazione ma che poi è capace di risorgere sempre più bella. Auguri vecchia Avana! Nel cuore dei viaggiatori resti un approdo insostituibile...
Ho trovato sul web un bellissimo racconto della Ciudad Maravilla che riporto integralmente:
La storia de L'Avana
di Gianfranco Ginestri
Il primo ventennio avanero (1500-19) - Dopo vari tentativi itineranti, L'Avana Coloniale, corrispondente all'attuale Avana Vecchia, è stata ufficialmente fondata dalle autorità spagnole il giorno di domenica 16 novembre 1519 (col nome di San Cristobal de La Habana), ed è stata l'ultima delle sette principali città coloniali fondate a Cuba dai conquistadores all'inizio del Cinquecento. Durante i suoi quattro lunghi viaggi dalla Spagna a Cuba, effettuati a cavallo dell'anno 1500, il genovese Cristoforo Colombo non giunse mai nella grande baia avanera. Infatti fu il marinaio galiziano Sebastian de Ocampo nel 1508, durante la prima circumnavigazione dell'isola, che ispezionò questa rada lunga cinque chilometri chiamandola Baia de Puerto de Carenas (praticamente: "baia del porto dove si aggiustano le navi") la quale, dopo uno strettissimo canale di ingresso, si allarga internamente con tre vaste insenature chiamate Atares, Marimelena e Guanabacoa...
Ufficialmente la capitale di Cuba è nata sulla costa destra di questa baia nel 1519, ma i suoi fondatori, prima di giungere in questa zona, vissero la seguente tribolata storia itinerante...
Nel 1514, su ordine del Comandante Diego Velazquez de Cuellar, il comandante iberico Panfilo de Narvaez, giunto nella costa sud-caraibica ove attualmente c'è la città di Batabanò (da dove ora salpano i traghetti per l'Isola della Gioventù) fondò un minuscolo e spartano accampamento militare, dove, oltre ad un piccolo gruppo di conquistadores vi erano pure indigeni cubani e schiavi africani.
A tale luogo fu imposto il nome di Villa de San Cristobal de La Habana. Questa denominazione venne data sia per ricordare sia l'ammiraglio Cristoforo Colombo (che in spagnolo si scrive Cristobal Colon) sia per omaggiare il Cacicco Habaguanex (capo indigeno che comandava dalla costa sud-caraibica alla costa nord-oceanica) il quale, assieme alla figlia primogenita di nome Habana, accolse e protesse questi militari dopo un tragico naufragio. (Ma evidentemente la storia e la leggenda si miscelano tra di loro, come hanno scritto sia gli studiosi spagnoli che quelli cubani).
Il vaccino CIMAvax-EGF creato nel 2011 dagli scienziati del Centro de Inmunologia Molecular dell'Avana dopo 25 anni di studi, ha raggiunto in questi giorni nuovi traguardi nella sua sperimentazione. Si tratta non solo di un vaccino ma del primo trattamento terapeutico contro il cancro al polmone in grado di generare anticorpi dal proprio paziente capaci di contrastare il fattore di crescita epidermico (EGF, epidermal growth factor). Secondo gli studi effettuati, il farmaco pur non uccidendo il tumore, rallenta e inibisce la proliferazione delle cellule tumorali. In questo modo si è stabilizzata la patologia, è aumentata la possibilità di sopravvivenza ed è migliorata sensibilmente la qualità della vita dei pazienti sottoposti al trattamento.
(Epidermal growth factor)
(Epidermal growth factor)), In sostanza gli anticorpi generati dal vaccino creato nel 2011 inibendo e rallentando la proliferazione delle cellule tumorali garantiscono una stabilizzazione della patologia, aumentano le possibilità di sopravvivenza e migliorano sensibilmente la qualità della vita dei pazienti trattati con il farmaco.
La dottoressa cubana Yoana Herrera specialista in Oncologia ha detto che in questa fase si stanno analizzado i risultati di ulteriori esperimenti scientifici per valutare la risposta dei pazienti all'assunzione massiccia o normale del farmaco così da poter stabilire in futuro delle cure personalizzate.
Dalle pagine del New York Times, leggiamo in questi giorni una dichiarazione del governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo che afferma che è stato dato l'ok alla sperimentazione del Cimavax-EGF presso i laboratori del Roswell Park Cancer Institute di Buffalo (NY), subito dopo aver ottenuto il via libera dall’FDA (Food and Drug Administration). In questi casi è doveroso tenere a freno l'eccessivo entusiasmo anche se i primi benefici del prodotto made in Cuba si sono già fatti notare: è infatti la prima volta dopo il successo della Revolucion che equipe mediche statunitensi e cubane tornano a collaborare su un unico progetto.
L'AVANA 24 settembre 2015 - Il governo di Bogotà e le Farc (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia) hanno annunciato di aver raggiunto un accordo di pace che porrà fine ad un sanguinoso conflitto che dura da più di 40 anni.
L'accordo è stato annunciato all'Avana, città che ha ospitato queste giornate di febbrili trattative, in presenza del presidente colombiano, Juan Manuel Santos, del comandante delle Farc Rodrigo Londoño "Timoshenko" Echeverri e del presidente di Cuba Raul Castro. I rappresentanti di Cuba e Norvegia che hanno mediato i colloqui di pace iniziati nel 2012, hanno letto un comunicato congiunto nel quale sono stati tracciati gli elementi base che dovranno garantire " la verità, la convivenza, la riparazione per le vittime, la giustizia e la non ripetizione" del tragico conflitto.
Determinante per il buon esito delle trattative è stato il ruolo svolto dalla Chiesa Cattolica che ha sostenuto l'infaticabile impegno della comunità di Sant'Egidio facendosi garante del processo di riconciliazione che sembrava qualche tempo fa pura utopia.
Il Presidente colombiano Santos ha così concluso: "Il Papa ci ha detto che non possiamo permetterci un altro fallimento sul cammino della pace e della riconciliazione. Non intendiamo fallire, è arrivata l'ora della pace".
Raul gioisce. La piccola Cuba si è ritagliata un ruolo importante come "chiave tra il nord e il sud, tra l'occidente e l'oriente" come solo qualche giorno fa auspicava Papa Francesco.
Oggi, 1° gennaio 2016, Cuba celebra con grandi manifestazioni il 57°Anniversario del trionfo della Rivoluzione. Non tutta Cuba, certo. La storia da sempre disegna sui suoi quaderni i profili dei vincitori e dei vinti. E' accaduto anche per la nostra Italia. Il primo gennaio del 1959 con la fuga improvvisa di Batista e l'entrata vittoriosa prima della colonna guidata da Ernesto Che Guevara a Santa Clara e sette giorni dopo con quella trionfale di Fidel Castro all'Avana, segna uno spartiacque profondo tra vecchie e nuove generazioni, tra rivoluzionari ed oppositori del regime. Le vicende di questi giorni con il racconto di migliaia di cubani in fuga dalla propria terra vittime di risacche politiche e commercianti di vite umane ne sono l'emblema. L'epopea rivoluzionaria non ha condizionato per sempre solo la struttura sociale della più grande delle Antille, creando di fatto una diaspora che non conosce pause, ma ha influenzato intere generazioni, scelte politiche trasversali, movimenti ideologici e di pensiero, lotte armate tragiche e sanguinarie. L'utopia della rivoluzione cubana ha contaminato i sogni di rivalsa dei paesi più poveri strangolati dal super potere delle multinazionali e sempre più isolati ed emarginati nello scacchiere politico internazionale. La Revolucion fu sostenuta da una partecipazione popolare senza precedenti che permise ad una manciata di uomini prima di organizzarsi sulla Sierra Maestra e poi di trasformarsi in un esercito invicibile e demolitore di un sistema politico concentrato sulle ricchezze di pochi, sulla corruzione e i facili affari legati al traffico della droga, la prostituzione ed il gioco d'azzardo. Erano gli anni di Fulgencio Batista posto al vertice della piramide di potere voluta dalle famiglie di mafiosi italo americane dei vari Lucky Luciano, Barletta, degli Anastasia e dei Trafficante e dallo spietato e pragmatico Meyer Lansky, un personaggio oscuro di origini polacche, il vero sovrano dell'impero che trasformò l'isola in una specie di colonia statunitense detentrice delle principali risorse economiche. In molti ancora oggi rimpiangono quegli anni in cui l'Avana risplendeva di una sua bellezza unica ed originale. Affacciata sul golfo del Messico luccicava di ricchezze, magnifici edifici, svaghi e bellissime donne. La mondaneità ne faceva una delle capitali più influenti dell'America latina e del mondo. Ma Cuba non era e non è l'Avana. Al di fuori della opulenta capitale la miseria dilagava e le popolazioni venivano sfruttate nel lavoro e imprigionate nell'ignoranza e nell'arretratezza.
(foto web)
Questo profondo disagio divenne l'humus per i rivoluzionari che conquista dopo conquista spazzarono via un esercito ben armato ma probabilmente poco motivato e preparato. In seguito, le prime decisioni prese dal governo rivoluzionario come la nazionalizzazione dei principali centri economici degli USA e la eliminazione dei latifondi, coincisero con una crescente ascesa degli interessi sovietici sull'isola finendo con l'indurre la presidenza Kennedy a sostenere una controinvasione dell'isola che si concluse in modo fallimentare nel 1961 con i fatti della Baia dei Porci. Si passò poi alla crisi dei missili che certificarono la presenza dei russi sull'isola caraibica ed alla tristemente nota storia dell'imposizione del duro embargo economico e politico da parte degli Stati Uniti d'America alla piccola isola caraibica. Vicenda questa arrivata fino ai giorni d'oggi per poi vedere dischiudersi una improvvisa finestra sulla speranza con la riapertura delle relazioni diplomatiche tra i due paesi sancita poco più di un anno fa, il 17 dicembre 2014.
(foro web)
Da allora si sono compiuti notevoli passi in avanti come già ho raccontato in altre pagine di questo blog. Molto deve essere ancora fatto e la visita di Papa Francesco nel settembre scorso ha offerto un'altro importante impulso al cambiamento in atto. Le pagine dei media cubani esaltano le conquiste rivoluzionarie tra cui cito a) l'eliminazione della povertà estrema e della fame; b) il diffondere di un insegnamento di base e la sconfitta dell'analfabetismo; c) la promozione dell'uguaglianza sociale e la valutazione del ruolo della donna; d) la riduzione della mortalità infantile che si è stabilizzata a livello dei paesi del "primo mondo". Di pari passo crescono gli avversari del regime che denunciano la presenza di carceri piene di oppositori e di quelli che come già raccontato tentano di fuggire all'estero. C'è poi la realtà delle Damas de Blanco che con la loro lider Berta Soler accusano la detenzione di dissidenti politici e della blogger Yoani Sanchez che è conosciuta in tutto il mondo per il suo anti castrismo e per l'impegno a difesa dei diritti umani. Cuba è al centro del mondo, volente o nolente, e non solo per le sue bellezze paesaggistiche, le ricchezze culturali, la musica e la sua sensualità tropicana. Crocevia di sogni perduti e inseguiti ci richiama costantemente ai valori della vita, all'idea di libertà, al concetto di benessere e felicità. Con "Mambo Tango" ho voluto raccontare la mia visione, intima, distaccata da pregiudizi e giudizi. La Cuba che si vive e ascolta solo con i battiti del cuore, sempre originali e mai banali.
Tra il 21 gennaio ed il 25 gennaio del 1998 Papa Giovanni Paolo II compie uno storico viaggio apostolico sull'isola di Cuba. Saranno giornate di intensi appuntamenti con la popolazione e le autorità civili e religiose che vivranno i due momenti più significativi con l'incontro con l'allora presidente cubano Fidel Castro e con la straordinaria Messa celebrata il 25 gennaio in piazza Josè Martì, la prima grande manifestazione cattolica dai tempi dell'affermazione della Rivoluzione. Colpì la tenerezza tra i due grandi vecchi, l'insistenza con cui San Karol chiese la fine dell'embargo e la commozione di Fidel difronte "...allo sforzo che Sua Santità fa per un mondo giusto".
Ho ripreso alcuni passaggi particolarmente significativi che evidenziano l'attualità del messaggio del Ponteficie alla luce del recente disgelo fra gli Stati Uniti e Cuba sostenuto e promosso con decisione dalla Santa Sede. Accidenti però...buona lettura!
Il 18 maggio 2018 un Boeing 737 della Cubana de Aviacion si è schiantato subito dopo il decollo dall’aeroporto internazionale José Martí de L’Avana precipitando nei pressi di Santiago de la Vegas in un terreno agricolo a pochi chilometri dalla capitale. 110 i morti.
Una notizia straordinaria ha occupato le pagine dei principali quotidiani del mondo portando ancora una volta Cuba al centro dell'interesse internazionale. La OMS, organizzazione mondiale della sanità, ha certificato che l'isola è il primo Paese al Mondo ad avere eliminato la trasmissione del virus HIV (Aids, Sida) dalla madre al nascituro. Un successo straordinario per la medicina cubana destinato a migliorare le condizioni di vita in tutto il pianeta.
Altro encomiabile risultato conseguito da Cuba è il raggiungimento di 11 anni di attività della "Mision Milagro" (Missione Miracolo), un avamposto di medici che opera nelle regioni più critiche dell'America Latina, del Caribe e dell'Africa offrendo servizi ed assistenza alle popolazioni più povere e disagiate.
Allo stesso tempo però, dai media cubani non governativi, si alza la protesta dei residenti sull'isola che denunciano un servizio medico al collasso, con ospedali carenti nelle più elementari forme di assistenza e con la cronica assenza di medicinali.
Nei miei viaggi a Cuba ho verificato personalmente l'esistenza di strutture ospedaliere all'avanguardia ed altre che versano in condizioni penose. Esistono farmacie, per lo più all'interno dei grandi alberghi affollati di turisti, dove si trova di tutto ed altre desolatamente vuote con i banconi pieni di polvere e abbandono. C'è una attenzione particolare per la cura ai bambini e lo svago degli anziani, ma se vi capita di donare un pacchetto di medicine nessuno vi dirà di no. A volte un semplice mal di testa o di denti porta alla pazzia se non puoi sedarlo in qualche modo.
Lascio due ultime riflessioni.
La prima: in questi giorni sono in corso a Toronto i Giochi Panamericani, una sorta di Olimpiade in formato ridotto. Cuba come al solito si stà dimostrando all'altezza della situazione ottenendo successi in diverse discipline sportive.
foto web - Marcia Videaux
Segnalo la piccola Marcia Videaux di solo 15 anni che ha vinto l'oro nella ginnastica a cavallo. Al contempo già nove atleti cubani hanno disertato, abbandonando la propria nazionale per fuggire negli Stati Uniti.
La seconda: all'Avana di sta facendo molto per recuperare all'antico splendore il centro storico già riconosciuto dall'Unesco patrimonio mondiale dell'umanità. Uno sforzo immenso di soldi, capacità tecniche e fantasia. Ma nei giorni scorsi a poca distanza dall'amata Calle Obispo ricordata nelle pagine di "Mambo Tango" è crollato un edificio portandosi dietro la vita di 4 persone tra cui un bimbo di pochi mesi.
foto web - Barrio de Cuba
Certo sono cose che accadono in tutto il mondo, Italia compresa, ma il mio cuore dal doppio passaporto soffre allo stesso modo con cui si rallegra nell'apprendere queste notizie da Cuba. Il cambiamento è in atto. Ci vorrà tempo. Ci vorrà tanta pazienza. Ci vorrà tanto orgoglio.
Con queste parole Papa Francesco ha accolto il Patriarca di Mosca Kirill nello storico incontro avvenuto il 12 febbraio 2016 presso l'aereoporto internazionale José Martì all'Avana.
"Ora le cose sono più facili" ha ribattuto Kirill, "E' chiaro che é la volontà di Dio!" ha concluso Papa Francesco.
Semplici e spontanee parole che hanno chiuso un abisso che durava dal 1054 data in cui un doloroso scisma che portò alle reciproche scomuniche divise la famiglia cristiana in Chiesa d'Oriente e in quella di Roma. La profonda crisi internazionale, il dilagare del terrorismo e il genocidio perpetrato ai danni dei cristiani in tutto il mondo in quello che è stato definito "l'ecumenismo del sangue", hanno accellerato senza dubbio la realizzazione di questo storico incontro.
"Siamo due vescovi che hanno parlato delle proprie chiese", ha affermato Papa Francesco chiarendo che nessuna delle due parti ha voluto affermare la propria supremazia sul diretto interlocutore.
In un mondo confuso, dilaniato da conflitti, impoverito nei suoi valori etici e morali arriva da Cuba un segnale forte di speranza e riconciliazione.
Perchè a Cuba? Per esigenze logistiche visto che i due Primati erano entrambi in viaggio in America Latina o è "la fantasia di Dio" che ha permesso tutto questo?
L'Europa vive profonde divisioni sul piano sociale, economico e anche su quello spirituale. La piccola regione caraibica sembra al contrario capace di assorbire le novità in un ruolo neutrale che sta favorendo la sua "riconciliazione" con il mondo. E' stato molto strano vedere Raul Castro attorniato da Vescovi e Cardinali e prestarsi umilmente a fare da cerimoniere all'evento con un protocollo semplice e dignitoso ma denso di umanità!
Francesco e Cirillo al termine dell'incontro hanno firmato una dichiarazione congiunta dai risvolti rivoluzionari.
(foto web)
La testardaggine di Francesco, la lungimiranza e responsabilità di Kirill, la fantasia di Dio ...
La Cuba di Castro da simbolo della Guerra Fredda a luogo di riconciliazione e di disgelo fra le più grandi famiglie cristiane.
"Se continua così Cuba diventerà la capitale dell'Unione" è l'ultimo messaggio di Papa Francesco a Cuba.
Di seguito i video che raccontano l'avvenimento ed il testo della dichiarazione congiunta firmata dai due Primati.
Dichiarazione congiunta firmata all'Avana il 12 febbraio 2016 da Papa Francesco e il Patriarca di Mosca Kirill
1. Per volontà di Dio Padre dal quale viene ogni dono, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, e con l’aiuto dello Spirito Santo Consolatore, noi, Papa Francesco e Kirill, Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, ci siamo incontrati oggi a L’Avana. Rendiamo grazie a Dio, glorificato nella Trinità, per questo incontro, il primo nella storia. Con gioia ci siamo ritrovati come fratelli nella fede cristiana che si incontrano per «parlare a viva voce» (2 Gv 12), da cuore a cuore, e discutere dei rapporti reciproci tra le Chiese, dei problemi essenziali dei nostri fedeli e delle prospettive di sviluppo della civiltà umana.
Oggi l'Avana sarà teatro di un evento mondano senza precedenti nell'isola caraibica.
La famosa casa di moda Chanel presenterà infatti la propria colezione "Cruise" proprio nel centro Avana, precisamente lungo il Paseo del Prado che già alcuni decenni fa era stato il centro della vita mondana della ricca borghesia avanera.
(Achok Mayak - foto web)
A partire dal 25 aprile diversi alberghi ubicati nelle vicinanze nel Prado sono stati letteralmente saccheggiati dall'entourage della casa di moda e da numerosi vips arrivati da ogni parte del mondo.
Tutte le camere dell'Hotel Saratoga, del Telegrafo, dell'hotel Parque Central e del Sloopy Joe's Bar sono state interamente riservate dallo Staff di Chanel.
Il direttore creativo della casa di moda, il tedesco Karl Lagerfield detto il Kaiser, ha detto di aver scelto l'Avana "per la sua ricchezza culturale e per la ua apertura al mondo che la rende fonte di ispirazione".
(foto web)
La sera del 2 di Maggio la Plaza de la Catedral è stata scenario di una festa privata organizzata dalla casa Chanel.
Una curiosità ulteriore: tra i modelli che sfileranno tre sono cubani. Uno si chiama Tony Castro, ha 19 anni ed è il nipote di Fidel Castro.
(Tony Castro - foto web)
Il Socialismo reale, l'utopia di intere generazioni non solo cubane, forse è giunto definitivamente ai titoli di coda.
Il valore di un profumo della nota casa francese corrisponde a circa quattro mensilità medie di un cittadino cubano. Mi auguro che oltre allo spettacolo e ai banchetti non restino al popolo cubano le solite molliche e gli avanzi del pasto.
Il pensiero che un giovane Uomo, il Figlio di Dio incarnato, si sia lasciato massacrare per avermi troppo amato mi ha sempre creato una profonda inquietudine. Gesù ha abbracciato la sua Croce ed è andato avanti con coraggio e fiducia e il suo martirio ci ha regalato la vita.
Buona Pasqua a tutti!
La idea de que un joven Hombre, el Hijo de Dios encarnado, se dejó matar por haberme amado demasiado siempre me ha creado una profunda inquietud. Jesus abrazó su Cruz y avanzó con valentía y confianza y su martirio nos dio vida.
Contro ogni pronostico Firulais è apparso e si è fatto una bella passeggiata tra i Reali di Spagna!
Come ho raccontato in un articolo precedente ha destato molta curiosità ed interesse la storica visita dei Reali di Spagna a Cuba. La splendida Letizia in realtà'era gia stata nel 1994 quando ancora studiava da giornalista. L'arrivo dei monarchi spagnoli nell'ultima colonia perduta d'oltreoceano ha portato con se anche non poche polemiche. Diversi cubani hanno denunciato la matanzadi cani di strada, sacrificati per rendere più piulite ed accoglienti le strade dell'Avana vecchia: molti di loro si sono opposti al tragico destino di queste creature innocenti organizzandosi spontaneamente in forme di protesta "rivoluzionarie" ed hanno avuto non solo il merito di liberare ed adottare quasi tutti gli animali catturati e destinati al sacrificio ma anche quello di richiamare l'opinione pubblica cubana sulla necessità di dar vita ad una legge a protezione degli animali ancora assente nella giurisdizione isolana (http://www.mambotango.it/index.php/blog-mambo-tango/266-ni-una-patas-meno-ogni-gesto-d-amore-e-un-atto-rivoluzionario) .
Nonostante le polemiche e la caccia Firulais è sbucato da chissà dove e ha accompagnato tranquillo ed indisturbato la passeggiata dei Reali di Spagna per le strade dell'Avana Coloniale senza creare con la sua innocente presenza nessun disturbo e diventando a sua insaputa un fenomeno virale in tutto il mondo.
Firulais è il nostro Agente all'Avana a dimostrazione che la la convivenza è possibile e passa attraverso semplici gesti di misericordia e compassione verso queste creature più deboli. Questo, si intende, vale per ogni paese del mondo a partire dalla nostra amata Italia dove la violenza sugli animali è ancora lontana dall'essere definitivamente debellata.
20 settembre 2015. E' appena terminata la Santa Messa celebrata in Piazza della Rivoluzione all'Avana dinnanzi ad una marea di 600 mila persone.
Il Papa, la Virgen Mambisa, Josè Martì, Che Guevara e Camilo Cienfuegos, il popolo, tutta Cuba.
Quanti simboli per una terra in cammino! Il suo passato, il suo presente ed il suo futuro. Tutto ai piedi del Cristo Misericordioso.
(foto atlasweb.it)
Il Papa si è rivolto con parole ferme ma cariche di tenerezza, alla gente di Cuba, alle sue Istituzioni, al presidente Raul, alla Colombia e al cuore di ogni credente e non di tutto il mondo.
Ecco alcuni passaggi:
"No se sirve a ideologías, se sirve a personas", "NON SI SERVONO IDEOLOGIE SI SERVONO PERSONE" "Quien no vive para servir, no sirve para vivir", "CHI NON VIVE PER SERVIRE, NON SERVE PER VIVERE“ Quien quiera ser grande que sirva a los demás, no que se sirva de los demás”,"CHI VUOLE ESSERE GRANDE SERVA GLI ALTRI, NON CHE SI SERVA DEGLI ALTRI".
"Cuba es un pueblo que tiene heridas pero sabe estar con los brazos abiertos, con esperanza." "CUBA E' UN POPOLO CHE HA DELLE FERITE E CHE PERO' SA STARE CON LE BRACCIA APERTE, CON SPERANZA" .
Gaspare Di Caro nasce nel 1961 a Nizza in Francia da genitori italiani originari di Comiso, cittadina della provincia della splendida Ragusa. Con La sua arte innovativa ha riscosso grande successo in varie parti del mondo. E’ definito il “pittore della luce” per la sua straordinaria capacità di illuminare monumenti con un’arte che unisce due tecniche antichissime, la lanterna magica e la camera oscura. Con questa tecnica l'artista da risalto ai particolari dei monumenti e delle opere d'arte da lui scelte.
(foto web - La Cattedrale dell'Avana)(foto web - La Cattedrale dell'Avana)
E' un maestro nelllo studio della luce e la sua formazione è di tipo cinematografica, letteraria e plastica. Ha lavorato in passato anche con il maestro Ettore Scola. Vive a Brasilia dopo aver girato il mondo ed in questa metropoli ha perfezionato la sua magica arte di luminografo come lui stesso si definisce, confrontandosi con la architettura di Oscar Niemeyer, deceduto nel 2012, a cui si deve la progettazione e realizzazione di importanti edifici della città brasiliana.
(foto web - La Cattedrale di Santiago di Cuba)
Le sue performance sono state ammirate in tutto il mondo, dalla Spagna alla Francia e all'Italia, dagli Stati Uniti agli Emirati Arabi, dal Sudamerica a Cuba.
(foto web - Il Cristo Redentore, Rio de Janeiro, Brasile)
Meravigliose sono l’illuminazione del Cristo Redentore di Rio De Janeiro, la Cattedrale dell’Havana realizzata in occasione della visita di Papa Benedetto XVI nel 2012, la Fontana di Trevi a Roma e di recente la cattedrale a Santiago di Cuba. Consiglio a tutti di visitare la sua pagina web. Uno spettacolo da non perdere!
(foto web - Palacio Rio Branco a Salvador de Bahia, Brasile)
“Questo ho capito di te. Sei stato tutto e niente. Qualcosa di indefinibile,
di imparagonabile. Mito per molti ed incubo per altri. Un mambo-tango,
una musica ed una danza che nessuno conosceva fino ad allora, un modo
diverso di muovere i passi e di ascoltare i suoni in un mondo rigido e
indifferente. Ti avrei chiesto di insegnarmeli insieme al segreto per vincere
ogni paura e il dolore del tradimento”.
( tratto da “Mambo Tango. Nuovi ritmi del cuore sulle strade di Cuba” - foto urban.it).
Il 9 ottobre del 1967 moriva in Bolivia inseguendo il sogno di estendere l'esperienza rivoluzionaria cubana a tutta l'America latina Ernesto Guevara de la Serna, detto il “Che”.
Non morì in uno scontro a fuoco, in una contesa prevedibile ed anche accettata. Fu ferito, catturato e giustiziato. Senza un processo, senza un giudizio pubblico, senza che il mondo potesse osservare la fine di una delle icone del XX secolo. La guerra è spietata, non fa sconti e non si abbandona alla comprensione. Non ha regole e non ha umanità. Nel caso di Guevara c'era anche l'ingombro di un personaggio e di un processo insostenibili. Si pensò di liquidarlo con una fredda raffica di mitra, di farlo a pezzi e di bruciarne i resti. Si limitarono frettolosamente a tagliarli le mani e a conservarle a testimonianza della sua morte. Fu gettato in una fossa e restituito al popolo cubano nel 1997 dopo una lunga ricerca. Un tentativo vano di consegnarlo all'oblio. La storia ha scelto però un altro percorso. La fine del “guerrillero heroico” ha reso immortali i suoi 39 anni e trasformato il ricordo della sua vita in un esempio da imitare per molti ed in un incubo per altri.
Le strade di Cuba sono ancora attraversate dalla sua “entrañable trasparencia” (penetrante trasparenza) come cantava Carlos Puebla nella sua canzone più famosa: “Hasta siempre Comandante! ”. Una melodia che ogni turista avrà ascoltato almeno una volta nel suo vagabondare più o meno distratto sull'isola caraibica.
Ernesto Guevara è stato un personaggio controverso. Ha vissuto una vita al limite della dimensione umana dovendo combattere sin dalla nascita contro l'asma, quella terribile patologia che gli toglieva il respiro ma non la voglia di vivere e combattere. Un santo laico o un avventuriero sanguinario? Un filantropo od un assassino? Un eroe sognatore o un incubo da cui fuggire via?
Il protagonista di "Mambo Tango" incontra nel suo viaggio il mito del Che e da questo dialogo immaginario ne nasce un ritratto originale, forse non condivisibile da tutti, ma autentico e sincero. Un “Che” restituito alla sua gioventù, forse mai vissuta, a quella necessità di rincorrere il tempo sapendo di averne poco a disposizione. Ignorare la vicenda umana, storica e politica di Guevara è chiudere una porta alla comprensione delle dinamiche sociali che hanno influenzato e caratterizzato non solo la storia di Cuba e dell'America latina in generale ma anche quella di molte generazioni del Vecchio Mondo affascinate oggi come allora dall'utopia dell'Uomo Nuovo, divenuta realtà per mezzo di un giovane medico argentino.
Siamo nel 1957. Cuba freme sotto la spinta generosa di giovani ribelli che tentano di demolire con la forza dell’eroismo e delle armi la dittatura di Fulgencio Batista che si era insediato al potere alcuni anni prima grazie ad un colpo di stato militare ed all’appoggio finanziario della mafia italo americana.
Nel settembre di quell’anno alcuni giovani tenteranno di uccidere il dittatore senza però riuscirci. Verranno tutti trucidati. La moglie di Batista strinse allora un patto con Dio: se fosse stata risparmiata la vita al marito avrebbe fatto erigere, come una sorta di ex voto, una enorme statua dedicata a Gesù Cristo ed in tutto simile a quella che sorge sulla collina di Rio de Janeiro in Brasile. La signora Marta Batista darà l’incarico dell’esecuzione dell’opera alla 42enne cubana JilmaMadera, una poliedrica scultrice che già aveva realizzato un monumento a Josè Martì, il Padre della Patria. Per l’opera si volle utilizzare il bianco marmo italiano di Carrara, così venne contattato il valente artista italiano Aldo Buttini già noto per aver realizzato le statue degli Atleti al Foro Italico in Roma e che avrebbe coadiuvato la Madera nell’esecuzione dell’opera stessa.
Questa doveva essere maestosa: collocata sulla collina della Cabaña, alta 20 metri e con un basamento di ulteriori tre metri doveva essere visibile da ogni angolo dell’Avana. La Madera disegnò il volto del Cristo con lineamenti tipicamente tropicali e meticci proprio perché come ebbe lei stessa a dire “Cuba è unamescolanza di razze e di culture”. 100 milioni di lire dell’epoca fu il costo per realizzare quel colosso!La Madeira giunse in Italia, a Carrara, dove venne realizzata la scultura partendo dall’estrazione di ben 600 tonnellate di marmo dalle cave della Scalochiella a Colonnata, in provincia di Massa e Carrara. Uno splendido borgo toscano reso famoso oltre che dalle sue imponenti cave anche dal magnifico "lardo". Per un anno e mezzo, fino all’agosto del 1958, l’artista cubana lavorerà senza sosta alla composizione di un puzzle di blocchi che poi verranno spediti via mare a Cuba.
Nella terra caraibica intanto, l’Eserjito Rebelde di Fidel Castro e Che Guevara si è compattato sulla Sierra Maestra e da li attraverso un’offensiva inarrestabile sta conquistando il territorio metro dopo metro. In Italia in tanto la statua del Cristo viene toccata dalla tragedia. Durante gli ultimi giorni della sua lavorazione muore infatti il giovane figlio di Buttini, Paolo, ed il padre Aldo non reggendo al profondo dolore causato da quella improvvisa perdita lo seguirà solo tre mesi più tardi. Ma i lavori proseguiranno comunque frenetici e la statua, il cui peso si era ridotto a 320 tonnellate, venne imbarcata dal porto di Genova con destinazione l’Avana. Nella foto la Madera è ritratta con Ottavio dell'Amico, proprietario della cava di Carrara (foto web).
Il 3 di settembre del 1958 enormi blocchi di marmo giungono a Cuba. Inizia così la complessa opera di assemblaggio sulla collina della "Cabaña", nel pueblo di Casablanca nel municipio di Regla a più di 50 metri sul livello del mare.
La statua, benedetta in Italia da Papa Pio XII prima della sua partenza, viene inaugurata il 24 dicembre del 1958 ed il giorno dopo, alla presenza di pochi invitati, un poco convinto cardinale Arteaga fu in un certo senso costretto a benedirla da un Batista sempre più bisognoso di consensi politici. Il vento della Revolucion intanto soffiava impetuoso. Per non correre inutili rischi i tecnici italiani arrivati da Genova insieme ai blocchi di marmo partirono in tutta fretta lasciando la sola Madera nella capitale cubana. Pochi giorni dopo, siamo nella notte del 31 di dicembre, Batista fuggirà a Santo Domingo con la sua corte di fedelissimi ed un sostanziosissimo bottino in denaro. L’8 gennaio del 1959 Castro entrerà trionfante all’Avana accolto dall'entusiasmo di una folla sterminata. In quelle ore frenetiche alcuni barbudos pensarono di far saltare quell’imponente statua retaggio della presenza del vecchio dittatore in fuga ma secondo la ricostruzione storica il Comandante, memore forse dei suoi trascorsi giovanili presso i gesuiti, rimase talmente ammirato da quell’opera da imporre che venisse risparmiata.
I Barbudos e il Cristo dell'Avana (foto web)
“Lui è venuto con me. Il Cristo sarà il protettore della rivoluzione e mi porterà fortuna!” pronunciò Fidel in un impeto di orgoglio e fede rivoluzionaria.
Avana; Il Cristo sulla Cabaña (foto web)
Da allora il Cristo benedice e protegge l’Avana. E' la seconda statua per grandezza di tutta l’America Latina dopo il Cristo di Rio de Janeiro e la più grande mai realizzata da una donna. Dalla collina della "Cabaña” il Redentore osserva tutta la baia e l’estendersi armonioso della città. Dal Castillo de la Real Fuerza a quello de la Punta, dalla città coloniale alla cupola del Capitolio, alla maestosità dell'Oceano e a tutto il profilo del Malecon fino ai grandi alberghi del Vedado, l’Havana Libre, il Nacional, l’edificio Focsa. A poca distanza si trova l’imponente Castillo de los tre Reyes del Morro e la Comandancia di Che Guevara. Uno spettacolo imperdibile e di una bellezza commovente! La collina è raggiungibile in pochi minuti con un taxi percorrendo il tunnel che attraversa la baia.
Vi racconto in conclusione due interessanti curiosità. La prima è di natura prettamente artistica: il volto meticcio del Cristo è privo di occhi o per meglio dire l’autrice ha intenzionalmente lasciato degli spazi vuoti come si può chiaramente osservare dalle foto a corredo. Questa scelta ha fatto si che chi lo guarda si senta osservato da ogni angolo di visione.
La seconda è straordinaria: nel 1963 Carrara instaura un rapporto di gemellaggio con Erevan, città armena ricca di storia e cultura. Per sancire questa fratellanza, dopo un lungo viaggio in treno partito dalla toscana, giungeranno in dono alla città amica, due grandi casse contenenti due mani scolpite in marmo bianco della misura di circa 2 metri che altro non sono che la copia delle mani del Cristo dell’Avana. (foto web)
La statua del Cristo visse anche un lungo periodo di abbandono e incuria. Fu colpita più volte dai fulmini la cui forza la ferì gravemente; nell’ottobre del 1962 osservò le navi russe cariche di missili nucleari lasciare la baia e in questi decenni non ha mai smesso di vegliare sulla sua gente. Il 5 gennaio del 2013 dopo un complesso intervento di restauro che le ha restituito la bellezza originale viene nuovamente inaugurata e benedetta dal cardinale dell'Avana Jaime Ortega che dirà che la statua, divenuta simbolo della città, è una grande novità tenendo conto “…del nuovo momento della storia del Paese, così diverso da quello nel quale venne eretta … e la novità sta nel fatto che il Paese, ha davanti a sé una strada che si rinnova ogni volta di più, non solo a livello economico, ma anche in altri ordini, tra i quali la crescente presenza della fede religiosa nella cultura, nella vita e nelle espressione del popolo cubano”, per poi concludere l'omelia con le parole di Jilma Madera secondo cui la statua fu costruita “non per venerare, ma per ricordare il Redentore”.
Sono trascorsi poco più di due anni da allora e profondi cambiamenti sono in atto nell’isola caraibica.
Lo sguardo misericordioso di Cristo sia di stimolo per tutto il popolo cubano, sia quello che vive nell'isola che quello che le vicende storiche hanno costretto ad allontanarsi da essa e possa guarire le ferite di questa diaspora ancora così profonde e dolorose e che tardano a rimarginarsi.