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Il Cristo dell'Avana. Un lungo viaggio iniziato in Italia

Siamo nel 1957. Cuba freme sotto la spinta generosa di giovani ribelli che tentano di demolire con la forza dell’eroismo e delle armi la dittatura di Fulgencio Batista che si era insediato al potere alcuni anni prima grazie ad un colpo di stato militare ed all’appoggio finanziario della mafia italo americana.

Il Cristo dell'Avana e Jilma Madera

Nel settembre di quell’anno alcuni giovani tenteranno di uccidere il dittatore senza però riuscirci. Verranno tutti trucidati. La moglie di Batista strinse allora un patto con Dio: se fosse stata risparmiata la vita al marito avrebbe fatto erigere, come una sorta di ex voto, una enorme statua dedicata a Gesù Cristo ed in tutto simile a quella che sorge sulla collina di Rio de Janeiro in Brasile. La signora Marta Batista darà l’incarico dell’esecuzione dell’opera alla 42enne cubana Jilma Madera, una poliedrica scultrice che già aveva realizzato un monumento a Josè Martì, il Padre della Patria. Per l’opera si volle utilizzare il bianco marmo italiano di Carrara, così venne contattato il valente artista italiano Aldo Buttini già noto per aver realizzato le statue degli Atleti al Foro Italico in Roma e che avrebbe coadiuvato la Madera nell’esecuzione dell’opera stessa.

Questa doveva essere maestosa: collocata sulla collina della Cabaña, alta 20 metri e con un basamento di ulteriori tre metri doveva essere visibile da ogni angolo dell’Avana. La Madera disegnò il volto del Cristo con lineamenti tipicamente tropicali e meticci proprio perché come ebbe lei stessa a dire “Cuba è una mescolanza di razze e di culture”. 100 milioni di lire dell’epoca fu il costo per realizzare quel colosso!
La scultrice J.Madera all'Avana nel 1958
La Madeira giunse in Italia, a Carrara, dove venne realizzata la scultura partendo dall’estrazione di ben 600 tonnellate di marmo dalle cave della Scalochiella a Colonnata, in provincia di Massa e Carrara. Uno splendido borgo toscano reso famoso oltre che dalle sue imponenti cave anche dal magnifico "lardo". Per un anno e mezzo, fino all’agosto del 1958, l’artista cubana lavorerà senza sosta alla composizione di un puzzle di blocchi che poi verranno spediti via mare a Cuba.

Nella terra caraibica intanto, l’Eserjito Rebelde di Fidel Castro e Che Guevara si è compattato sulla Sierra Maestra e da li attraverso un’offensiva inarrestabile sta conquistando il territorio metro dopo metro. In Italia in tanto la statua del Cristo viene toccata dalla tragedia. Durante gli ultimi giorni della sua lavorazione muore infatti il giovane figlio di Buttini, Paolo, ed il padre Aldo non reggendo al profondo dolore causato da quella improvvisa perdita lo seguirà solo tre mesi più tardi. Ma i lavori proseguiranno comunque frenetici e la statua, il cui peso si era ridotto a 320 tonnellate, venne imbarcata dal porto di Genova con destinazione l’Avana. Nella foto la Madera è ritratta con Ottavio dell'Amico, proprietario della cava di Carrara (foto web).

La Madera con Ottavio dell'Amico.

 

Il 3 di settembre del 1958 enormi blocchi di marmo giungono a Cuba. Inizia così la complessa opera di assemblaggio sulla collina della "Cabaña", nel pueblo di Casablanca nel municipio di Regla a più di 50 metri sul livello del mare.

La statua, benedetta in Italia da Papa Pio XII prima della sua partenza, viene inaugurata il 24 dicembre del 1958 ed il giorno dopo, alla presenza di pochi invitati, un poco convinto cardinale Arteaga fu in un certo senso costretto a benedirla da un Batista sempre più bisognoso di consensi politici. Il vento della Revolucion intanto soffiava impetuoso. Per non correre inutili rischi i tecnici italiani arrivati da Genova insieme ai blocchi di marmo partirono in tutta fretta lasciando la sola Madera nella capitale cubana. Pochi giorni dopo, siamo nella notte del 31 di dicembre, Batista fuggirà a Santo Domingo con la sua corte di fedelissimi ed un sostanziosissimo bottino in denaro.Il Cristo dell'Avana e la Revolucion L’8 gennaio del 1959 Castro entrerà trionfante all’Avana accolto dall'entusiasmo di una folla sterminata. In quelle ore frenetiche alcuni barbudos pensarono di far saltare quell’imponente statua retaggio della presenza del vecchio dittatore in fuga ma secondo la ricostruzione storica il Comandante, memore forse dei suoi trascorsi giovanili presso i gesuiti, rimase talmente ammirato da quell’opera da imporre che venisse risparmiata.

I Barbudos e il Cristo dell'Avana (foto web)

“Lui è venuto con me. Il Cristo sarà il protettore della rivoluzione e mi porterà fortuna!”  pronunciò Fidel in un impeto di orgoglio e fede rivoluzionaria.

Cristo benedicente. Avana
Avana; Il Cristo sulla Cabaña (foto web)

Da allora il Cristo benedice e protegge l’Avana. E' la seconda statua per grandezza di tutta l’America Latina dopo il Cristo di Rio de Janeiro e la più grande mai realizzata da una donna. Dalla collina della "Cabaña” il Redentore osserva tutta la baia e l’estendersi armonioso della città. Dal Castillo de la Real Fuerza a quello de la Punta, dalla città coloniale alla cupola del  Capitolio, alla maestosità dell'Oceano e a tutto il profilo del Malecon fino ai grandi alberghi del Vedado, l’Havana Libre, il Nacional, l’edificio Focsa. A poca distanza si trova  l’imponente Castillo de los tre Reyes del Morro e la Comandancia di Che Guevara. Uno spettacolo imperdibile e di una bellezza commovente! La collina è raggiungibile in pochi minuti con un taxi percorrendo il tunnel che attraversa la baia.

Vi racconto in conclusione due interessanti curiosità. La prima è di natura prettamente artistica: il volto meticcio del Cristo è privo di occhi o per meglio dire l’autrice ha intenzionalmente lasciato degli spazi vuoti come si può chiaramente osservare dalle foto a corredo. Questa scelta ha fatto si che chi lo guarda si senta osservato da ogni angolo di visione.

Erevan, Armenia. Copia delle mani del Cristo dell'Avana

La seconda è straordinaria: nel 1963 Carrara instaura un rapporto di gemellaggio con Erevan, città armena ricca di storia e cultura. Per sancire questa fratellanza, dopo un lungo viaggio in treno partito dalla toscana, giungeranno  in dono alla città amica, due grandi casse contenenti due mani scolpite in marmo bianco della misura di circa 2 metri che altro non sono che la copia delle mani del Cristo dell’Avana. (foto web)

La statua del Cristo visse anche un lungo periodo di abbandono e incuria. Fu colpita più volte dai fulmini la cui forza la ferì gravemente; nell’ottobre del 1962 osservò le navi russe cariche di missili nucleari lasciare la baia e in questi decenni non ha mai smesso di vegliare sulla sua gente. Il 5 gennaio del 2013 dopo un complesso intervento di restauro che le ha restituito la bellezza originale viene nuovamente inaugurata e benedetta dal cardinale dell'Avana Jaime Ortega che dirà che la statua, divenuta simbolo della città, è una grande novità tenendo conto “…del nuovo momento della storia del Paese, così diverso da quello nel quale venne eretta … e la novità sta nel fatto che il Paese, ha davanti a sé una strada che si rinnova ogni volta di più, non solo a livello economico, ma anche in altri ordini, tra i quali la crescente presenza della fede religiosa nella cultura, nella vita e nelle espressione del popolo cubano”, per poi concludere l'omelia con le parole di Jilma Madera secondo cui la statua fu costruita “non per venerare, ma per ricordare il Redentore”.

Sono trascorsi poco più di due anni da allora e profondi cambiamenti sono in atto nell’isola caraibica.

Il Cristo dell'Avana benedice la cittàLo sguardo misericordioso di Cristo sia di stimolo per tutto il popolo cubano, sia quello che vive nell'isola che quello che le vicende storiche hanno costretto ad allontanarsi da essa e possa guarire le ferite di questa diaspora ancora così profonde e dolorose e che tardano a rimarginarsi.

(foto web)

                                                                                                   

Il Cristo dell'Avana. Tramonto sulla baia.
         Il Cristo e il tramonto sull'Avana (foto web)

 

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