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Una guida spirituale di Cuba

Un libro tirato fuori dal cassetto:

Gli italiani sono un popolo di santi, navigatori e....scrittori.

Gli abitanti del Bel Paese dopo avere sudato sulle terzine di Dante, essersi perduti nell'infinito di leopardiana memoria ed indossato le maschere pirandelliane che il teatro della vita impone, sognano di emulare le gesta proprio di quei poeti e scrittori che hanno amato ed odiato sui banchi di scuola, e che magari erano il loro spauracchio durante le interminabili interrogazioni della prof. di italiano.

 

Un italiano su due tiene nascosto nel cassetto della propria scrivania un libro: i più timidi si limitano a farne partecipe gli amici ed i familiari, i più arditi invece lo inviano a varie case editrici, nella speranza di una risposta positiva....perché occorre essere realistici: molti scrivono, alcuni sanno scrivere bene, ma veramente pochissimi possono dirsi scrittori, e quindi degni di essere pubblicati, Franco Di Crosta appartiene a quest'ultima categoria.

Serio ed inappuntabile bancario di giorno, sognante vagabondo sulle strade di Cuba di notte, dove alla tastiera del suo pc fissava i ricordi di esperienze vissute in prima persona.

 

  

 

Mambo Tango, questo il suggestivo titolo dell'opera prima di Franco.
Il mambo ed il tango, due balli in apparenza lontani e diversi, eppure vicini e ricchi di significato per il nostro autore. Nati tra gli anni trenta e quaranta, il primo dai ritmi della musica degli schiavi africani di Cuba, il secondo dalla musica nostalgica di quel crogiuolo di razze che andava formando la nazione argentina. Due balli che sembra inconcepibile unire: troppo diversi nel ritmo e nello stile delle figure, a meno che non si decida di sovvertire gli schemi e creare qualcosa di nuovo, di inconcepibile, un ritmo che non esiste ancora, un ritmo nuovo: il ritmo del cuore che batte forte, che frantuma le maschere che indossiamo e che lascia finalmente trasparire le sue emozioni.

Romanzo di viaggio, quasi una guida spirituale alla bellissima Cuba.
In Mambo Tango il protagonista decide di partire per cercare sollievo alla solitudine e al vuoto che lo attanaglia: tutti abbiamo nella nostra mente un'isola che non c'è, un luogo che nella maggior parte dei casi non coincide con quello in cui siamo nati e viviamo, e dove magicamente tutti i nostri problemi spariranno, dove tutti i nostri dolori saranno leniti, ma la realtà è diversa.
Cuba è affascinante, può essere il paradiso oppure l'inferno, ecco quindi che Mambo Tango diviene un romanzo di formazione, il viaggio del protagonista a Cuba è prima di tutto un viaggio che compie all'interno della propria anima, per trovare sé stesso e per trovare il suo personale ritmo del cuore, il suo mambo tango.

Gatti Monica, 3 Agosto 2014.

 

Un viaggio nei paesaggi dell'anima

Come recensire un romanzo d'esordio?

Difficile andare oltre un giudizio superficiale se dell'autore non si è letto altro o non lo si conosce personalmente.

Ho sempre pensato che in fondo il critico letterario debba per forza essere un pò psicologo per capire il fine ultimo di una narrazione, che non è mai un asettico svolgersi di eventi, ma lo specchio dell'anima dell'autore.

Perché, che ci piaccia o no, quello che scriviamo ha più a che fare con i nostri fantasmi interiori che con la storia in sé.

Perfino nella letteratura "on the road" dietro alla storia c'è l'imprinting di una generazione.

Keruack già negli anni '50 senza saperlo aveva in sé i germi di quello che sarebbe successo dalla Beat Generation in poi.

Neppure i paesaggi di Bruce Chatwin sono puramente descrittivi, vanno oltre le intenzioni dell'autore e ci mostrano il mondo da una angolazione inglese, molto inglese, per esempio.

Il protagonista a zonzo per Cuba mi fa pensare al capitano di un sommergibile che avanza in oceani ignoti e perigliosi col sonar sempre acceso.

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Smacchiatore di ipocrisie e moralismi

Prima di entrare dentro quello che ritengo essere il cuore di questo Libro/Viaggio, vorrei fare alcune considerazioni: anzitutto la sorpresa di questa iniziativa letteraria da parte di Franco Di Crosta. Abbiamo lavorato insieme qualche anno presso la Filiale 8 della Banca di Forlì. Glielo avevo detto: “Franco scrivi! Perché la tua è una delle più belle storie d’amore che io conosca”. Mai avrei immaginato che un giorno sarebbe nato MAMBO TANGO. L’ho letto tutto d’un fiato, come un thriller. In effetti, una volta iniziato, non c’è verso di interrompersi, tanto gli avvenimenti si susseguono, incalzano, sempre nuovi, sempre diversi, sempre in contropiede. I luoghi comuni saltano in aria uno dopo l’altro, svelando la profondissima personalità dell’autore. E’ un romanzo d’amore direi, una grande storia d’amore che smaschera ipocrisie e moralismi, che non si vergogna della fragilità umana, anzi la considera il trampolino di lancio verso la meta. Situazione ben riassunta nelle parole di un grande poeta, Mario Luzi, che scrive:

“ Di che è mancanza questa mancanza, cuore, che ad un tratto ne sei pieno”.

Oppure nei versi del premio Nobel Par Lagervist:

Uno sconosciuto è mio amico,
uno che io non conosco,
uno sconosciuto lontano lontano.
Per lui il mio cuore è pieno di nostalgia.
Perché Egli non è presso di me.
Perché Egli forse non esiste affatto?
Chi sei tu che colmi il mio cuore della tua assenza ?
Che colmi tutta la terra della tua assenza ?

Ma oltre l’amore, anzi dentro l’amore, l’innamoramento, c’è l’isola, Cuba, descritta sicuramente meglio di qualsiasi National Geographic, per la passione che pervade il racconto, la descrizione poetica, direi pittorica, di ciò che l’autore vede. Sembra di essere lì, colpiti dagli spruzzi delle onde sulla riva, nelle visioni dall’alto, nel vento e nei lampi sul mare. Tra i vicoli pieni di vita, di odori, di colori, di musica, come solo un cuore innamorato sa vedere. Si entra nelle case, nelle cucine, nelle camere da letto e anche nei bagni. E’ una scoperta dell’isola da dietro le quinte, spesso accompagnati da “indigeni” come piace a me.

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Pronto per il mio viaggio!

Grazie per avermi dato la possibilità di vivere qualche giorno a Cuba! Leggendo questo racconto non ho sentito la necessità di immaginare niente, è una dettagliata e magnifica descrizione di un viaggio di un'esperienza di ricerca, trasformata in una foto artistica che rappresenta i contrasti e la realtà più vera di una Cuba lontana dal comune immaginario turistico. Una Cuba autentica con la sua magia e i suoi problemi. Grazie alla lettura di questo libro sono impaziente di intraprendere al più presto il Mio Viaggio verso Cuba... 
A Franco con stima e amicizia Marco Nardone 

Pensare oltre le apparenze

Ciao Franco, ho terminato la lettura del tuo libro, che mi hai dedicato la sera a Pisignano. Complimenti sinceri. Un racconto piacevole, che pur nelle contraddizioni di quel mondo che descrivi, regala un senso di positività, di leggerezza, che promuove i sentimenti, che anche nelle vicende un pò scabrose in cui gli autori del momento si lasciano volutamente prendere la mano, tu sai dipingere con dolcezza dando dignità ad ogni personaggio, qualunque sia la sua condizione di vita. Il modo migliore per educare la gente a pensare oltre le apparenze, ad indagare più a fondo che ad ognuno di noi è dato un percorso diverso ed in questo percorso si può sempre vivere con dignità, amore e rispetto. Grazie.         

Giuseppe Grilli, dicembre 2014.                                                                                                                           

 

 

Una potente scoperta di Cuba

Penso che il pubblico ideale sia rappresentato da lettori che non conoscono Cuba. Questo status consente infatti non solo di apprezzare a pieno le descrizioni e i frequenti cenni storici ma anche e soprattutto di vivere nell’isola, di vedere i suoi colori e di percepire la filosofia di vita dei cubani, direi più di quanto possa farlo un visitatore reale ma non sufficientemente sensibile e attento. Le immagini fotografiche che personalmente ho avuto occasione di vedere in tutti questi anni erano dei flash a volte scontati, quasi sempre slegati tra loro, sempre privi di anima. La lettura di Mambo Tango mi ha consentito, come per incanto, di ridare dignità e giusta collocazione alle “cartoline cubane”. Se Mambo Tango fosse un film meriterebbe una nomination per la fotografia!

Lo stile di scrittura – più di arrivo che di partenza - è armonioso e morbido, come una piacevole colonna sonora. Il racconto contiene riferimenti puntuali, considerazioni argute e una luce solare di fondo che, riflessa dai colori cubani, ha l’effetto di una terapia psicologica.

Colpisce la bizzarra normalità (o, se si preferisce, la normale bizzarria) dei personaggi incontrati, che lo scrittore riesce a rimaterializzare di fronte al lettore, non già con la sola accuratezza descrittiva – che potrebbe anche e solo tradursi in una fredda elencazione – ma con la capacità espressiva di presentarli attraverso la carne, il sangue e il cuore.

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In viaggio attraverso sentimenti ed emozioni

Che cavolo ...... ho appena terminato Mambo Tango e già mi manca! Virgole spesso buttate dove capitava, concetti a volte ripetuti ed abusati ma chìssenefrega!!! Mi sono divertito, emozionato, eccitato (...sono convinto che hai un talento particolare per i racconti erotici...) ma soprattutto non vedevo l'ora di riprenderne la lettura. Sarà che ho avuto la fortuna di viaggiare in tanti paesi dove le emozioni si accavallano ad una velocità vertiginosa, sarà che ho vissuto parte di questa storia insieme a te, sarà che sei stato bravo a scrivere.  Non so ... sta dì fatto che il libro mi è piaciuto e quello che più conta mi è piaciuta la persona che l'ha scritto. Mi hai fatto rivivere i sentimenti e le emozioni di tanti viaggi: il dolore delle separazioni, la rabbia per tutto quello che non possiamo cambiare, la difficoltà di decidere ma anche la goliardia e la felicità a ruota libera che ci provoca illasciarci andare senza pregiudizi e freni inibitori. Solo un rimpianto! Non aver mai condiviso un viaggio con te... avremmo avuto molte cose in comune. Complimenti!!! Hai scritto un bel libro e ti auguro di cuore possa essere solo l'inizio di un altro grande viaggio perchè, come hai spesso sottolineato, i viaggi iniziano ma fortunatamente non sappiamo quando finiranno.

E' un piacere esserti amico. Un abbraccio.

Sandro Bertini, agosto 2014.

"Que la pase bien señor! Bienvenido en Cuba!"

Leggere Mambo Tango è stato un vero piacere. Potrei finirla qui, ma credo che, doverosamente, si debbano aggiungere alcune cose. Per esempio ho trovato lo stile narrativo di Franco Di Crosta, per me che lo conosco sotto tutt'altra veste, a dir poco una sorpresa, una piacevolissima sorpresa. Già dalle prime pagine mi ha coinvolto in un viaggio in una terra lontana che non conoscevo sotto certi aspetti, ha descritto in modo elegante, quasi in punta di piedi, una realtà a volte dolorosa e a volte divertente. Divertente ad esempio l'espressione "l'obesita' dei sentimenti" e dolorosamente vera l'altra "da molti considerato come la piu' grande prigione del mondo", ma aldilà di ogni considerazione politica, si intravvede sempre l'amore per questa terra  e il grande rispetto per questo straordinario popolo impegnato giornalmente nel doversi inventare soluzioni per rendere meno dura una realtà non facile. Durante la lettura mi è parso di sentire il calore delle strade di Cuba e di calpestarne con i piedi la sua polvere. Ha descritto in modo intrigante passione, sesso, forse amore, ma mai cadendo nella facile trappola della volgarità fine a se stessa. Insomma un bel libro scritto, credo, come atto d'amore verso Cuba, i cubani e le loro tradizioni. Posso terminare aggiungendo solo un grazie per avermi/ci aperto un pezzo del tuo cuore, per avermi/ci raccontato un po' delle tue emozioni...

"Que la pase bien señor! Bienvenido en Cuba!"

Werther Vespignani Rocca, agosto 2014.

 

Una storia che appassiona

Quando mi è giunta all'orecchio la notizia che Franco di Crosta si era cimentato nella stesura di un libro ero rimasto sorpreso, piacevolmente sorpreso debbo dire. Un libro su Cuba e poi, quel titolo MAMBO TANGO, mi aveva riportato a circa sette anni fa quando, assieme a mia moglie, ho conosciuto in un viaggio indimenticabile da nord a sud uno dei due occupanti del "Mambo Tango" vale a dire Alberto Granado o "MIAL" come lo chiamava amichevolmente "FUSER", ovvero Ernesto "Che" Guevara. Ma non sono qui per parlare di me, delle mie esperienze cubane e delle mie simpatie per questa terra e per i suoi abitanti.    Voglio dire qualcosa sul libro di Franco. Per primo la scrittura. Una proprietà ed una varietà di linguaggio di prim'ordine come non gli avrei mai riconosciuto neanche nei rapporti interpersonalì. Una storia, il libro, che ti appassiona e ti prende per il modo in cui si snoda il racconto e per ultimo anche per i concetti personali espressi sì con fermezza, ma con estrema dolcezza!  E poi, e poi quelle cinque, sei pagine dedicate ad un soliloquio con il "Che"! Sono fantastiche e meritano tutta la mia ammirazione. E' l'unico capitolo che ho riletto! Non voglio dilungarmi oltre. Spero che il libro abbia un successo letterario perchè le qualità ci sono tutte. Molto scorrevole, mai banale, è una storia che mette in risalto una crisi personale di vita ed ambientato in un Paese dove l'aria che si respira è del tutto particolare e, per certi versi, inquietante.

Enrico Panzavolta, settembre 2014.

Trasportati da una insolita zattera

Come un ballo senza tempo Mambo Tango, è un viaggio infinito, dove non ci sono una partenza e un arrivo, ma un percorso interiore con l’autore, alla ricerca di quegli angoli oscuri e di noi stessi, che il mondo non riesce (o non vuole) scoprire.

Tra realtà e fantasia, tra vissuto e voler vivere, tra essere e sembrare, il lettore vive in "Yuma"  l’eterno dilemma di ogni uomo, assaporando pagina dopo pagina quel tormento, come fosse lui stesso il protagonista. Così, trasportati da un’insolita zattera, per mari sconosciuti e lambendo coste di paesi fin troppo cari, nello scorrere le parole, si è pervasi dai profumi, dai suoni e dai colori che avvolgono Marco nel suo viaggio.

Come un bambino, ci si scopre avidi di assaporare e catturare ogni cosa che circonda il protagonista, e in un attimo, con l’abilità descrittiva che l’autore sensibile possiede, diventiamo "Romè": gustiamo il dolce delle banane fritte, il ritmo coinvolgente della fiesta latina, il calore dei canti e dei balli della gente cubana, la sabbia finissima di una spiaggia assolata, la sensualità e il profumo dei corpi femminili; ma con la stessa sensibilità percettiva di un fotografo con la sua Poderosa sempre al collo, si è trascinati con veemenza nei vicoli, tra i palazzi che sussurrano storie di eroi, dove ancora si odono le urla degli innocenti e le strade trasudano lacrime di una miseria senza fine e senza prezzo.

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Parla all'immaginazione e al cuore

Ciao Franco,
...anch’io ho letto con vero piacere il tuo libro, seppure a varie riprese. Attraverso le tue accurate descrizioni, ho potuto conoscere meglio gli ambienti, la storia,la cultura, i costumi, i riti, lo stile e il tenore di vita del popolo cubano, a me finora quasi sconosciuto (solo alcune notizie e immagini riportate da mio figlio che è stato in vacanza a Cuba qualche anno fa).
Il tuo “viaggio” comincia con un rifiuto, una disillusione, una “ferita”: credo proprio che ogni serio approfondimento della conoscenza di sé ha questa partenza. Nel tuo “cammino” ho colto il desiderio sincero di incontrare l’”altro” e di metterti in gioco (la donna da amare, l’amico-gli amici di cui fidarsi o meno, la compagnia con cui dividere un tratto di strada, anche solo una giornata...), approfondendo, nel contempo, la tua identità, fatta di valori, emozioni, istinti, sentimenti a volte contrastanti, dove la spiritualità e la carnalità, il sacro e il profano non sempre si corrispondono e si armonizzano, ma segnano, di volta in volta, una maggiore autocoscienza. Questa, per altro, è la condizione e contraddizione in cui spesso tutti noi siamo immersi...e raggiungere quell’equilibrio e armonia è il desiderio, il movente di molti nostri sforzi e tentativi e penso lo sarà fino all’ultimo dei nostri giorni.
Mi è piaciuta molto anche la tua forma espressiva, chiara e fluida.
Un libro che parla all’immaginazione e al cuore del lettore e lo interpella.
Davvero un bel lavoro!
Giovanna Carnaccini, settembre 2015

Un frullatore dell'anima

Caro Frank, come promesso ti vado a recensire "Mambo Tango". Sarebbe stato più bello parlarne seduti in un portico sorseggiando del rum, ma il poco tempo disponibile e la stagione ci costringono ad accontentarci.

Bisogna però che faccia una premessa importante: ti dirò con onestà che cosa mi è piaciuto e che cosa non mi è piaciuto nel libro, mi parrebbe inutile limitarmi solo agli elogi e del resto tu non mi sembri uno che ricerca il facile compiacimento. Ti prego solo di non pensare che le osservazioni che leggerai te le faccia da una cattedra di cui non sono certo il titolare: semplicemente l’avere frequentato l’ambiente dell’editoria per un periodo della mia vita mi ha abituato a guardare aspetti “tecnici” della scrittura che prima trascuravo. Fine della premessa.

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