Trasportati da una insolita zattera
Come un ballo senza tempo Mambo Tango, è un viaggio infinito, dove non ci sono una partenza e un arrivo, ma un percorso interiore con l’autore, alla ricerca di quegli angoli oscuri e di noi stessi, che il mondo non riesce (o non vuole) scoprire.
Tra realtà e fantasia, tra vissuto e voler vivere, tra essere e sembrare, il lettore vive in "Yuma" l’eterno dilemma di ogni uomo, assaporando pagina dopo pagina quel tormento, come fosse lui stesso il protagonista. Così, trasportati da un’insolita zattera, per mari sconosciuti e lambendo coste di paesi fin troppo cari, nello scorrere le parole, si è pervasi dai profumi, dai suoni e dai colori che avvolgono Marco nel suo viaggio.
Come un bambino, ci si scopre avidi di assaporare e catturare ogni cosa che circonda il protagonista, e in un attimo, con l’abilità descrittiva che l’autore sensibile possiede, diventiamo "Romè": gustiamo il dolce delle banane fritte, il ritmo coinvolgente della fiesta latina, il calore dei canti e dei balli della gente cubana, la sabbia finissima di una spiaggia assolata, la sensualità e il profumo dei corpi femminili; ma con la stessa sensibilità percettiva di un fotografo con la sua Poderosa sempre al collo, si è trascinati con veemenza nei vicoli, tra i palazzi che sussurrano storie di eroi, dove ancora si odono le urla degli innocenti e le strade trasudano lacrime di una miseria senza fine e senza prezzo.
Ogni parola, ogni frase, ogni espressione è meticolosamente ricercata dall’autore, precisamente inserita, con intima analisi al momento giusto, lasciando al lettore solo la mera fatica di sfogliare le pagine, perché mente, cuore ed emozioni, sono già in quel bus, in quell’hotel o in quel bar dove Yuma ci sta accompagnando.
Grandi note narrative ci lasciano trasparire l’animo dell’autore, questo suo carnaval di sentimenti e sensazioni, che vanno vissute senza troppi interrogativi, senza troppi problemi, con la leggerezza con cui Jasmine ci dice: Singa, que la vida es pinga!
Ognuno di noi ha una storia da raccontare……e troppo spesso, è un peccato non avere nessuno con cui condividerla.
Grazie Franco per avermene resa partecipe.
Silvia Pedaci, ottobre 2014.
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